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 2025  settembre 11 Giovedì calendario

Droni russi in Polonia, quanto è costata l’operazione alla Nato: i missili degli F-35 per abbattere gli economici Gerbera russi

L’incidente ha anche sollevato dubbi sul fatto che la Nato, fondata più di 70 anni fa durante la Guerra Fredda, abbia la giusta e conveniente struttura militare per affrontare la minaccia relativamente moderna dei droni. Un portavoce militare polacco ha affermato che gran parte dei droni erano del tipo Gerbera, un «UAV ad ala fissa estremamente economico, realizzato in polistirolo, con un’autonomia di diverse centinaia di chilometri», secondo il ricercatore Fabian Hinz dell’International Institute of Strategic Studies. In particolare un drone costerebbe circa 10.000 dollari, con 600 chilometri di autonomia. Secondo i funzionari, la risposta della Nato ha coinvolto armamenti di alto valore, come i caccia F-35 e F-16, gli elicotteri Mi-24, Mi-17 e Black Hawk, nonché i sistemi di difesa aerea Patriot. Tra le forze coinvolte nella risposta vi furono quelle provenienti da Polonia, Paesi Bassi, Italia e Germania. E i loro missili, decisamente più costosi: un singolo missile AIM-9X costa più di 400mila dollari.
I sistemi di difesa aerea della Nato
A quanto pare, quell’arsenale multinazionale era sufficiente per gestire circa 19 droni, alcuni dei quali sono stati abbattuti. Ma la guerra in Ucraina è stata teatro di una guerra con droni molto intensa, che spesso ha comportato attacchi con centinaia di droni in contemporanea. E questo rappresenta una sfida per alcuni dei sistemi di difesa aerea più tradizionali della Nato, progettati per proteggere dai missili e dagli aerei con equipaggio. «I sistemi di difesa aerea occidentali non sono stati progettati tenendo conto dell’impiego su così larga scala di sistemi UAV a prezzi accessibili», ha detto Hinz in un commento inviato via e-mail alla Reuters. «È possibile abbatterli utilizzando aerei con equipaggio, come jet da combattimento ed elicotteri, come è stato dimostrato, ma richiede un ritmo elevato di operazioni se la minaccia è continua». Phillips O’Brien, professore presso la St Andrews University in Scozia, ha spiegato che l’incursione dei droni è stata «una puntura di spillo rispetto a ciò che l’Ucraina sperimenta ogni notte».