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 2025  settembre 11 Giovedì calendario

Gustavo Lafessa, la fake news sul killer di Kirk finisce su Grok: e il popolo Maga si scatena

Due influencer americani con un grande seguito internazionale hanno rilanciato la notizia che l’attentatore di Charlie Kirk sarebbe tal Gustavo Lafessa. La fake news è finita su Wikipedia indonesiana e a un certo punto ci è cascato anche Grok.
Inevitabile che sui social si siano scatenate una marea di reazioni, tra il sarcastico e l’ilare, prendendo di mira il popolo Maga (testuale, Make America Great Again), uno slogan utilizzato nella politica statunitense e reso popolare da Donald Trump nella sua campagna elettorale presidenziale del 2016 e quella del 2024.
Così, il popolo del web si è diviso tra chi ha sbeffeggiato l’assistente basato sull’intelligenza artificiale creato da xAI, la società di Elon Musk, e integrato nella piattaforma social X: «Grok non conosce il napoletano» scrive uno. E via un innumerevole elenco di battute e reazioni: «Certo che vedere dei tizi di 20+ anni che, di fronte a una circostanza come un assassinio politico, s’inventano minchiatine da quinta elementare per ridacchiare è imbarazzante» twitta un altro. «Sembra un triste deficit cognitivo più che una notizia da riportare», «Siamo un popolo ingiocabile! Orgoglio di essere italiano». E ancora: «Il popolo più menomato sulla faccia della terra, se dici a questi che gli asini durante le eclissi lunari volano ci credono» ribadisce un utente riferendosi evidentemente al popolo Maga che aveva tra i massimi ispiratori il carismatico fondatore del principale gruppo di attivisti giovanili di destra degli Stati Uniti.
Il precedente dopo l’attentato a Trump
C’è un precedente, però, che rimanda nuovamente alla piattaforma di Elon Musk. Ricordate la vicenda del giornalista sportivo romano Marco Viola? L’uomo, a sua completa insaputa, è stato spacciato dalla stampa di mezzo mondo come Mark Violets, il presunto attentatore «antifascista» di Donald Trump. Una bufala assoluta, frutto di un semplice furto di identità, che però per qualche ora ha tenuto banco sui siti di media internazionali molto seri. Insomma, una vicenda che mette i brividi perché mostra in modo esplicito come a volte l’informazione, non controllata, presa e rilanciata dai social, senza alcuna verifica, possa provocare disastri.
Tutta la vicenda era nata, così come nel caso di Gustavo Lafessa, da un tweet ad opera di un account @Moussolinho che, di fatto, rubando l’identità di Violi, a caldo dopo l’attentato, aveva pubblicato la foto del giornalista italiano e sopra un testo in inglese in cui comunicava che la Polizia di Butler, il luogo dell’attentato, aveva già identificato in Mark Violets, un antifascista, come l’attentatore di Trump.
Messaggio che è stato subito rilanciato da alcuni account molto popolari in America, tra cui Wall Street Silver, seguito anche da Elon Musk e non nuovo a operazioni del genere, diventando virale. Ma in tanti, anche tra i media ufficiali, avevano abboccato. E il nome di Mark Violets ha fatto il giro del mondo, citato non solo nelle tv degli States, ma anche in Europa, ad esempio dal sito de El Pais e persino in Sud America.