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 2025  settembre 11 Giovedì calendario

Migranti, l’Italia regala la nave “Libra” all’Albania. E paga 1,6 milioni

Il solo reflagging, il cambio di bandiera, della nave Libra donata all’Albania, costa all’Italia 1,6 milioni di euro. Una spesa che si aggiunge alla cifra monstre già impiegata dal nostro paese per far fronte al protocollo stipulato con Tirana per la gestione dei migranti. E che riapre la polemica politica. A sollevare il caso delle spese aggiuntive per la cessione della nave sono stati i parlamentari di Alleanza verdi e sinistra, Marco Grimaldi e del Movimento cinque stelle, Gianmauro Dell’Olio, che hanno chiesto ulteriori chiarimenti al ministero dell’Economia. Si scopre così che la stima per i lavori minimi è di circa 1,6 milioni. «Un pattugliatore militare, operativo per 15 anni, regalato con soldi pubblici per rafforzare una marina che dovrà respingere, controllare, sorvegliare. Un regalo milionario come il costo del solo reflagging che si somma al costo mostruoso dei Cpr in Albania, un progetto che trasforma l’accoglienza in reclusione, la solidarietà in deportazione» tuona Grimaldi.

Il pattugliatore della Marina militare era stato utilizzato inizialmente per trasportare le persone soccorse in mare nei centri di Shengjin e Gjader e sottoporle alle procedure accelerate di frontiera. Ma dopo l’intervento dei giudici italiani e della Corte europea di giustizia il progetto è stato bloccato. Ora le strutture funzionano solo come centri per il rimpatrio. Nell’aprile scorso, dunque, la nave è stata ceduta, a titolo gratuito, alla Marina albanese all’interno di un programma di rafforzamento della cooperazione in materia di sicurezza marittima tra i due paesi. «La nave Libra, ridipinta e celebrata come “cooperazione”. Ma non è cooperazione: è complicità. È il prezzo pagato per blindare le frontiere e costruire un sistema extraterritoriale di detenzione che calpesta ogni diritto – aggiunge il deputato di Avs -. Altro che amicizia. Questo è outsourcing della vergogna – conclude il deputato di Avs – il Mediterraneo viene trasformato in zona rossa, è l’Europa che paga per non vedere, è l’Italia che baratta diritti con confini».