lastampa.it, 10 settembre 2025
Svelata la lista segreta delle canzoni preferite di David Bowie
Aprirà il 13 settembre 2025 a Londra il David Bowie Center, l’archivio permanente di oltre 90mila elementi scelti per ripercorrere il processo creativo dell’immortale rockstar, icona culturale e sostenitore della reinvenzione. Sarà collocato in una nuova sede del Victoria and Albert Museum, il museo che nel 2013 ha ospitato la mostra sul Duca Bianco “David is” che ha poi fatto il giro del mondo raccogliendo milioni di visitatori. Tra le curiosità: è stato trovato un elenco scritto a macchina dal “Duca Bianco” della musica e canzoni che la star preferiva. A rivelarla è The Times. Ecco quali sono:
Fantasia su un tema di Thomas Tallis di Ralph Vaughan Williams (1910)
Un’opera in una sola parte per archi basata su un tema di Tallis, compositore inglese del XVI secolo, con echi moderni di Debussy.
Quattro ultimi canti di Richard Strauss (1948)
Alcune delle ultime opere completate del compositore tedesco, cantate dal soprano norvegese Kirsten Flagstad alla prima alla Royal Albert Hall nel 1950, l’anno dopo la morte di Strauss.
Right Now Right Now di Alan Freed and His Rock ’N’ Roll Band (1956)
Rock’n’roll da big band con un’introduzione allegra di Freed, un DJ a cui si attribuisce il merito di aver fatto conoscere all’America il nuovo sound.
True Fine Mama di Little Richard (1957)
Un brano elettrizzante dall’album di debutto di Little Richard, la cui foto era il bene più prezioso di Bowie e figura nell’archivio del Victoria and Albert Museum.
Sho Know a Lot About Love degli Hollywood Argyles (1960)
Rock’n’roll midtempo dell’ensemble di Los Angeles guidato da Kim Fowley, che in seguito divenne manager delle Runaways.
Some Day My Prince Will Come di Miles Davis (1961)
Cover struggente e alla moda del brano di Biancaneve e i sette nani, con John Coltrane al sassofono.
Ecclusiastics di Charles Mingus (1962)
Dall’album Oh Yeah del grande jazzista, in cui suonava il piano invece del suo solito basso.
Beck’s Bolero di Jeff Beck (1966)
Questo strumentale stravagante fu il primo brano solista del chitarrista degli Yardbirds.
I Took a Trip on a Gemini Spaceship dei Legendary Stardust Cowboy (1968)
Un curioso brano fantascientifico e malinconico del padrino dello psychobilly, reinterpretato da Bowie nel suo album Heathen del 2002.
Across the Universe dei Beatles (1969)
Il tour de force cosmico di John Lennon, reinterpretato da Bowie in Young Americans del 1975.
Try Some, Buy Some di Ronnie Spector (1971)
Il malinconico singolo di debutto da solista dell’ex Ronette fu scritto da George Harrison e prodotto dal marito Phil Spector.
Mother of Pearl dei Roxy Music (1973)
"È la solita vecchia storia / Tutta amore e gloria”, canta Bryan Ferry in questo brano epico e dissoluto di sette minuti tratto dall’album Stranded.
Epsilon in Malaysian Pale di Edgar Froese (1975)
Traccia d’atmosfera dall’album del fondatore dei Tangerine Dream, che Bowie definì “la colonna sonora della mia vita quando vivevo a Berlino”.
The Electrician dei Walker Brothers (1978)
Una canzone opportunamente inquietante su un torturatore della CIA, che ha influenzato Vienna degli Ultravox.
Tom Violence dei Sonic Youth (1986)
Il brano d’apertura dell’album EVOL degli art-rocker, si pensa che sia dedicato a Tom Verlaine della loro band newyorkese Television.