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 2025  settembre 10 Mercoledì calendario

"X Factor mi ha dato un cognome. Rifarei il liceo con il mio prof Vecchioni"

Paola Iezzi, al suo secondo anno a X Factor si è fatta apprezzare da un pubblico più ampio di quello che la segue dai suoi esordi con la sorella Chiara, che l’ha scoperta e apprezzata per una sensibilità, rara nel contesto di questo talent. «Devo dire grazie a X Factor perché, finalmente, mi ha dato un cognome. Sono diventata Paola Iezzi e non solo “la Paola di Paola e Chiara”. Con tutto il rispetto e l’amore per mia sorella, ho conquistato un cognome ed è stato un lavoro durato tanti anni, non così scontato. Quando fai parte di un duo o di un trio, sei sempre legato a quella storia ma è giusto che a un certo punto della vita si acquisisca valore come singolo. Chiara ama recitare e ha intrapreso quella strada. È dura, ma so che ce la farà perché è ciò che la appassiona».
Come giudice ha la responsabilità di indirizzare dei giovanissimi. Ha mai sentito il desiderio di diventare mamma?
«Mi creda, no. E guardo con stupore e ammirazione il lavoro delle madri. Credo che nella vita non si possano avere due amori così grandi. La musica è arrivata prima. Iin una società come la nostra essere donna e libera è difficile, mi ha portato a pensare che diventare mamma avrebbe interrotto il percorso che mi ero scritta. A volte, osservando le mamme che abbracciano i loro bambini sento forte una sensazione di tenerezza, ma poi realizzo che in qui panni non sarei io. Ho fatto molta fatica a conquistare me stessa e a volermi bene».
Come ricorda la sua adolescenza?
«Ero molto inquieta, piangevo tantissimo e non mi vivevo quella parte di leggerezza che è tipica del liceo. Non tornerei mai indietro ma rifarei quello che ho fatto. Rifarei il liceo classico e i primi due anni al Beccaria con Roberto Vecchioni come insegnante di Greco, perché il bagaglio di umanesimo che ho imparato mi accompagna ancora oggi».
La sua tranquillità nel commentare le esibizioni dei concorrenti è molto apprezzata. È caratteriale?
«Sono uno spirito che ha varie facce, con un’interiorità che emerge solo se mi conosci davvero. C’erano delle cose, come l’autoritarismo o le imposizioni che subivo fin da piccola che mi infastidivano moltissimo. Da lì mi sono creata una calma interiore per dimostrare che volevo essere trattata come un adulto e il fatto che non avvenne (ovviamente) mi dava molto fastidio. Per me e Chiara l’importante era renderci indipendenti. Non vedevo l’ora di andarmene da casa, fare la mia strada. Dopo il liceo ho fatto l’università per pochissimo tempo capendo subito che stavo perdendo tempo e la musica mi chiamava. Devo dire grazie ai miei genitori, duri eh, ma che si sono fidati di me e di noi e ci hanno supportato».
Qualche anno fa si definiva una persona spirituale ma non religiosa. È ancora così?
«Ho curiosità verso la spiritualità, ma sono anche una persona molto concreta e terrena. Vivo la mia parte spirituale, cerco di essere vicina a qualcosa che è sopra di me, ma non amo i dogmi e quindi lo ammetto: sì, sono totalmente agnostica».
L’anno scorso il pubblico commentò positivamente soprattutto il modo in cui sceglie un concorrente piuttosto che un altro. Cosa la guida?
«Reagisco a emozioni che percepisco, guardo molto gli occhi, il timbro della voce e sento se c’è veramente una passione per la musica. Mi è capitato che ci fosse una ragazza che secondo me era incredibile ma è tornata la volta dopo e non c’era più quella scintilla, quello che avevo visto. Per arrivare a X Factor nel 2025 non puoi essere completamene a zero rispetto al canto e alla musica anche se soprattutto io cerco il talento».
Cosa farà dopo X Factor?
«Il mondo discografico è variopinto e spesso la proposta musicale supera la domanda. Ci sono leggi da seguire, come TikTok e Spotify, e i nuovi modi di fruire la musica, senza contare l’AI che si porterà dietro artisti creati artificialmente. Mi sento una spettatrice di questo mondo e starò a vedere che succede. Intanto mi godo X Factor. Il mondo del pop deve dialogare con l’industria, ma io mi rifiuto di essere infelice e farò solo ciò che mi farà stare bene».