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 2025  settembre 10 Mercoledì calendario

Manovra, nodo risorse. Un tesoretto da 13 miliardi ma per ridurre il deficit

Il mantra di Giancarlo Giorgetti non teme di essere compromesso: tesoretti per questa manovra non ce ne sono. E il motivo è semplice: le regole del nuovo patto di stabilità non permettono di coprire misure della legge di bilancio con i risparmi dello spread o con il maggiore gettito fiscale. Per finanziare provvedimenti pesanti come il taglio dell’Irpef, la rottamazione o la detassazione delle tredicesime occorrono tagli di spesa reali oppure un incremento del prelievo fiscale. Scappatoie non ce ne sono. Il parametro che aiuta a misurare fino a che punto il governo potrà alzare l’asticella è quello della spesa netta: secondo la governance economica europea l’indice della spesa italiana non può superare l’1,5% circa rispetto all’anno precedente. Ma l’indice non considera la spesa per interessi o l’impatto di misure discrezionali legate alle entrate. L’agenzia Bloomberg quantifica uno spazio fiscale di 13 miliardi per l’Italia (5 miliardi nel 2025 e 8 miliardi nel 2026), ottenuto grazie ai rendimenti in calo sui titoli di Stato, tuttavia questo “tesoretto” andrà ad abbattere il deficit. Soldi che potrebbero aiutare il Paese a uscire dalla procedura per disavanzo eccessivo con un anno d’anticipo. Come ha scritto questo giornale tempo fa, il rapporto deficit-Pil stimato al 3,3% nel 2025, grazie al boom delle entrate e al minor peso degli interessi, potrebbe risultare già a dicembre inferiore al 3%. In questo caso il governo sarebbe più libero dai vincoli con Bruxelles e potrebbe valutare di chiedere all’Ue l’uso della clausola di salvaguardia nazionale per potenziare la difesa, ovvero utilizzare fondi pubblici per il riarmo fuori dal calcolo del deficit. Intanto, l’Italia ha ottenuto 15 miliardi dal programma Safe proprio nell’ambito del RearmEu.
Come ogni anno, le risorse a disposizione per la legge di bilancio rappresentano il vero nodo da sciogliere. I partiti della maggioranza avanzano le loro priorità e la trattativa è aperta, il primo round potrebbe essere oggi nel confronto tra i leader del centrodestra in cui si discuterà anche di manovra. Ieri i vertici di Forza Italia, riuniti dal segretario Antonio Tajani, hanno rilanciato le loro proposte: l’abbassamento dell’Irpef dal 35 al 33% per i redditi tra 28 mila e 60 mila euro; l’Ires premiale, la detassazione dei premi di produzione, degli straordinari, di festivi e tredicesime. «La copertura della manovra è un tema – ammette Tajani – noi crediamo si possano trovare fondi attraverso un’azione forte di contrasto all’evasione». In effetti, il gettito del concordato e la parte strutturale del recupero dell’evasione potrebbero valere circa 4 miliardi, che sono i soldi che servono per tagliare le tasse al ceto medio. Poi però ne servono altrettanti per accontentare la Lega che spinge per la quinta rottamazione delle cartelle.
Nel menu della legge di bilancio le pensioni sono un’altra portata piuttosto pesante. Da questo punto di vista l’esecutivo è impegnato sul blocco dell’aumento di tre mesi dell’età pensionabile a partire dal 2027, per effetto dell’adeguamento all’aspettativa di vita (potrebbe costare 3 miliardi sterilizzarlo), e sull’idea di utilizzare il Tfr come rendita per anticipare l’uscita dal lavoro a 64 anni. Inoltre, per la rivalutazione degli assegni pensionistici nel 2026 potrebbero essere necessari 5 miliardi. L’inflazione acquisita per il 2025 è dell’1,7% mentre la spesa per le pensioni è di 355 miliardi. La rivalutazione si applica sulla base delle fasce di reddito: 100% per gli assegni fino a quattro volte il trattamento minimo, 90% per quelli tra quattro e cinque volte il trattamento minimo e 75% per quelli superiori a cinque volte il minimo.