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 2025  settembre 10 Mercoledì calendario

Epstein e l’assegno di Donald il fratello: “Quell’album è vero”

"È tutto vero, l’ho visto con i miei occhi. E secondo quanto mi diceva Jeffrey, c’è molto altro”. Mark Epstein reagisce così, quando Repubblica gli chiede di commentare gli ultimi sviluppi imbarazzanti sulla saga di suo fratello, inclusa la foto appena pubblicata dove mostra un presunto assegno staccato da Donald Trump per “comprare” da lui una ragazza. Uno scherzo di pessimo gusto, che però conferma il genere di rapporto di amicizia e complicità esistente fra i due, fino a quando avevano litigato, proprio perché il finanziere pedofilo aveva portato via da Mar a Lago la giovane vittima di abusi Virginia Giuffrè, morta suicida lo scorso aprile.
A luglio il Wall Street Journal aveva rivelato l’esistenza di una lettera scabrosa, che il futuro capo della Casa Bianca aveva mandato a Epstein quando erano ancora amici, per celebrare il suo compleanno. Senza pubblicarla, il quotidiano economico di Manhattan aveva descritto il contenuto, spiegando che si trattava di un disegno del corpo di una donna, con la firma di Donald stampata dove la natura ha posto il pube negli esseri umani. Il testo scritto all’interno del disegno faceva chiare allusioni sessuali. Il presidente aveva smentito tutto in maniera categorica e piccata: «Io non disegno». Quindi aveva fatto causa all’ex alleato Rupert Murdoch, editore del Wall Street Journal, per 10 miliardi di dollari. In altre parole, il suo obiettivo era far chiudere il giornale.
Lunedì dal Congresso è uscito il libro con gli auguri del finanziere pedofilo, inclusa la lettera dell’allora tycoon immobiliarista di New York, che è proprio come l’aveva descritta il Wall Street Journal. Trump ha nuovamente smentito, giurando che quella firma non è sua, ma ieri è uscito un altro documento imbarazzante, cioè la foto di Jeffrey con un grande assegno da 22.500 dollari firmato da Donald, con una didascalia in cuic’è scritto che era il pagamento per la vendita di una ragazza. Vicino a Epstein nell’immagine si vede Joel Pashcow, membro del club di Mar a Lago e autore della didascalia. La donna oggetto di questa ultima rivelazione sarebbe una giovane e ricca europea, secondo il Wall Street Journal, corteggiata all’epoca da entrambi. Attraverso il proprio avvocato, lei ha smentito di aver avuto una relazione con Jeffrey o con Donald, dichiarandosi invece vittima di un vergognoso scherzo. La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha ripetuto che si tratta di una “fake news”, anche perché “la firma sull’assegno non è chiaramente quella del presidente”, e Repubblica ha chiesto al fratello di Epstein cosa ne pensa. «Quei documenti sono autentici – risponde – non c’è alcun motivo per dubitarne. Erano nelle carte custodite da mio fratello e sono sicuramente gli originali. Smentire significa negare l’evidenza». Incluso l’assegno? «Dimostra – sottolinea – il genere di rapporto che avevano loro, anche se era solo uno scherzo». Sta dicendo che il presidente degli Stati Uniti mente? «Sto dicendo che i documenti pubblicati sono autentici e non c’è un motivo credibile per contestare che la firma sul disegno sia sua. Del resto il suo rapporto di amicizia e frequentazione con Trump è noto a tutti e confermato. Non vi sto dando le mie opinioni, ma riferisco quello che ho visto con i miei occhi. Ho testimoniato di personail rapporto di amicizia fra Trump e mio fratello, perché sono stato insieme a loro in diverse occasioni e ho potuto vedere quanta confidenza avevano». E ci sarebbero altre informazioni imbarazzanti sul presidente? «Così mi aveva detto – continua – Non so con esattezza a cosa si riferisse, ma sosteneva di avere altro su Trump».
Alcuni repubblicani chiedono al Congresso di votare una petizione per pubblicare tutti i documenti rimasti segreti sull’inchiesta relativa al caso Epstein. «Io chiedo trasparenza, per appurare la verità. Non è un segreto che mio fratello non si era suicidato in carcere».