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 2025  settembre 09 Martedì calendario

L’avviso di Nordio ai pm: “Ora monitoriamo gli arresti con ispezioni. Faremo la riforma”

La cornice è un’interrogazione del deputato di Fratelli d’Italia, Mauro Malaguti, al ministro della Giustizia, dopo l’assoluzione di Beniamino Zuncheddu, assolto e scarcerato dopo 33 anni di carcere per la strage di Sinnai, che non aveva commesso. Ma il Guardasigilli Carlo Nordio – per rispondere alla richiesta del deputato meloniano su cosa intenda fare per consentire a Zuncheddu “una vita dignitosa” – prima specifica che il pastore sardo entro due anni dalla sentenza potrà fare richiesta di risarcimento, poi però coglie l’occasione per avvisare i magistrati sull’utilizzo della custodia cautelare. Storica battaglia del centrodestra per limitare il carcere nella fase delle indagini preliminari.
Oltre a ricordare le norme già approvate dal governo – la decisione collegiale dei giudici e l’avviso con cinque giorni di anticipo – Nordio nella risposta del 4 settembre spiega che il ministero sta facendo “un attento monitoraggio” sia sulle domande di ingiusta detenzione ma anche sulle “anomalie che possono verificarsi in correlazione con l’ingiusta compressione della libertà personale in fase cautelare sia a seguito di esposti e segnalazioni delle parti, dei loro difensori e di privati cittadini, sia nel corso di ispezioni ordinarie, sia infine in esito alle informative dei dirigenti degli uffici”. Tutto questo, continua il ministro della Giustizia, anche “al fine di valutare l’eventuale sussistenza dei profili disciplinari” nei confronti dei magistrati. Un avviso preciso nei confronti di magistrati e giudici perché limitino l’utilizzo della custodia cautelare in carcere.
Ma Nordio nella sua risposta all’interrogazione, annuncia anche che arriverà presto una riforma per limitare la custodia cautelare. Il Guardasigilli spiega che è “in corso la riflessione su ulteriori revisioni di carattere garantista del meccanismo processuale”. Quindi la modifica del “sistema della custodia cautelare e l’appellabilità delle sentenze di assoluzione”, una questione emersa dopo l’assoluzione in primo grado del vicepremier Matteo Salvini nel processo Open Arms e il ricorso in Cassazione della procura di Palermo. L’inappellabilità, secondo Nordio, deve riguardare il pm “in particolare nei casi di assoluzione piena, allo scopo di garantire equilibrio e tutela dei diritti fondamentali e di pervenire a esiti processuali quanto più possibile epurati da errori giudiziari”.