Linkiesta, 9 settembre 2025
Il michelamurgismo condanna la sinistra, malgrado la destra sia impresentabile
Per anni ho pensato che la scena di mia nonna che, quando le dicono che il figlio quarantenne è morto in un incidente, risponde «Eh ma io ho un giradito che mi fa un male», che quella scena lì dicesse qualcosa del carattere della mia famiglia. Gli ultimi otto anni si sono impegnati a dimostrarmi che dice qualcosa anche del carattere della sinistra, il che dispiacerebbe assai a mia nonna che era di destrissima (lo so: le vostre, invece, tutte partigiane).
La notizia più agghiacciante che abbia letto in questi giorni sta in cinque righe all’interno d’un compendio della Bbc di cose da sapere sul terremoto in Afghanistan. «Il Kunar è una zona particolarmente conservatrice, quindi può essere che, per ragioni culturali, le donne finiscano per essere soccorse in ritardo».
Poiché in Afghanistan è vietato alle donne lavorare nei soccorsi, le terremotate aspetteranno che siano i loro familiari a portarle in ospedale. «Un terremoto grave del 2022 nella provincia di Paktika vide il numero di donne ferite crescere, negli ospedali, due giorni dopo il terremoto». Peccato che la parola «patriarcato» sia impegnata a definire il muratore che ti fischia quando passi davanti al cantiere, altrimenti potremmo usarla per il non altrettanto grave caso di morire di terremoto perché guai se un vigile del fuoco di cui non sei parente ti guarda, ti tocca, ti salva.
Su Twitter, o come si chiama ora, Nate Silver, il più famoso sondaggista americano, ha dato un assaggio di quel che poi avrebbe scritto nella sua newsletter. La frase fa così, in traduzione non letterale: «Elettoralmente parlando, è più importante che i democratici evitino il blueskyismo che il comunismo. Non che Bluesky sia importante, ma incarna tutte le caratteristiche per il cui il progressismo è respingente per la gente normale. Se le potesse eliminare, la sinistra vincerebbe più spesso» (naturalmente Silver non dice «comunismo»: è americano, diamine).
Bluesky è il social dove sono andati quelli per cui Elon Musk va punito perché è di destra (mica premiato coi nostri penzierini postati gratis sui server pagati da lui), e dove compilano liste di proscrizione di nomi che stanno lì ma osano avere ancora un account Twitter, o come si chiama ora. Bluesky è il posto di quelli coi pronomi in bio e altre menate senza senso delle priorità. Bluesky è il posto dove patriarca è il muratore che in occidente fischia alla manager che guadagna cinquanta volte lui, mica i talebani.
Come lo chiamiamo, il blueskyismo, in italiano? Michelamurgismo? Forse è ragionevole sostenere che la quantità di danni al senso delle gerarchie dei problemi che in America ha fatto il MeToo in Italia l’abbia fatta Michela Murgia. E le sue accolite, certo, nessuna delle quali ha però un nome sufficientemente riconoscibile da venire usato come metonimia del problema.
Anni fa scrissi un libro sulla suscettibilità come problema della sinistra. Alcuni amici obiettavano che sì, va bene, la sinistra ha paura delle lingue romanze, ma Salvini dice qualunque cosa, non mi pare che abbiamo un problema di libertà d’espressione. Passai mesi a sgolarmi spiegando che il punto non erano gli impresentabili – Salvini o Trump o chi volete voi – che dicevano quel che volevano sempre e comunque. Il punto era la prescrittività della sinistra e il suo scarso senso delle priorità.
Ci ripenso in questi giorni in cui tutti si concentrano – comprensibilmente – su Trump, e sul suo autoritarismo: l’esercito a Washington, santo cielo. Ma io credo che abbia ragione Thomas Chatterton Williams: Trump sbaglia le soluzioni, ma i problemi che individua sono quelli giusti, sono quelli che esistono non solo nell’immaginazione paranoica dell’elettorato, sono quelli su cui si vincono e si perdono le elezioni.
La sicurezza, lì come qui, è un tema che la sinistra ha lasciato alla destra, concentrandosi invece su priorità importantissime e molto sentite dall’elettorato quali: ma certo che gli uomini possono partorire e gareggiare con le donne e venire rinchiusi in carceri femminili.
Ogni tanto sui social mi passa davanti qualche intellettuale di sinistra che sbuffa «eh, certo, il decoro» se qualcuna prova a dire che non si sente sicura tornando a casa in città amministrate dalla sinistra che sembrano il Bronx degli anni Ottanta. L’effetto è: se ti fischiano è patriarcato e violenza e ti credo sorella, ma se forse t’accoltellano sei una beghina a notarlo e lo dici per rovinare la reputazione al multiculturalismo.
Non è chiaro perché gli intellettuali di sinistra pensino di dover difendere la sinistra sminuendo l’impatto della piccola criminalità sulla sicurezza percepita e reale: in Italia la sicurezza dipende dai prefetti, mica dai sindaci, quindi il timore che la loro parte politica faccia brutta figura è mal riposto. Ma soprattutto: avere come priorità fare ben figurare una parte politica fa di te un intellettuale o un influencer?
Un paio di settimane fa sui giornali c’era la notizia d’un torinese che è stato avvisato dal vicino che, mentr’era in vacanza, il suo appartamento era stato occupato. Ha chiamato i carabinieri e ora gli occupanti, ricopio dalla Stampa, «secondo il neonato articolo 634-bis del Codice penale, potrebbero prendere da 2 a 7 anni di reclusione».
Come tutti, per anni ho letto storie assurde di tizie uscite dall’ospedale o tornate dalle vacanze che non solo si trovavano casa occupata ma neanche potevano, a norma di legge, rientrare e cacciare gli occupanti e cambiare la serratura. Mi è sempre sembrata una delle italianità più assurde, e ho – come tutti voi – avuto conversazioni a cena sui picchiatori che avrei chiamato, se mi fosse successo, invece di chiamare la polizia e sentirmi dire che guai a me se facevo qualcosa.
Quanti voti si è assicurata la Meloni inserendo, nel decreto sicurezza, una norma piccina picciò che dica una cosa di banale buonsenso, cioè che se uno ti espropria di casa tua tu non devi assecondarlo e andare a dormire in albergo ma puoi invece farlo cacciare e arrestare?
Lo so che la destra è un problema, lo so che è un bel guaio la destra di questo secolo particolarmente cafona e arrogante e scomposta, ma continuo a pensarla come quando scrissi che no, Kamala Harris non avrebbe vinto il voto femminile perché prometteva di difendere l’aborto, giacché il disastro che aveva fatto la sinistra facendo della transessualità religione di stato avrebbe, per le elettrici, pesato più della fine di Roe v. Wade.
Penso, oggi come lo scorso novembre (che sembra sia stato cent’anni fa: Trump è alla Casa Bianca da neppure otto mesi, percepiti ottocento), che dire «eh, ma quelli sono fascisti» basti a convincere solo quelli che sono già convinti. Per il resto, se vuoi farti votare, bisogna che tu dimostri una qualche capacità di distinguere tra un incidente mortale e un giradito