Il Messaggero, 8 settembre 2025
I due turchi arrestati a Viterbo uno era ricercato per omicidio
Era ricercato per omicidio in Turchia uno dei due ventenni arrestati a Viterbo la sera del Trasporto della Macchina di Santa Rosa. Al momento, in Italia, i due sono indagati solo per detenzione di armi, ma fonti internazionali li collegano a reati ben più gravi. Secondo quanto riportato dai media turchi, Abdullah Atik (fermato insieme al connazionale Baris Kaya) sarebbe ricercato nel suo Paese per l’omicidio di Ahmet Cangi, ucciso lo scorso 24 gennaio a colpi d’arma da fuoco mentre era in moto a Bahçelievler, distretto di Istanbul. Cangi rimase gravemente ferito e morì poco dopo in ospedale. Un omicidio consumato nella faida tra le gang Casperlar e Daltonair. Quest’ultima legata a Baris Boyun il boss turco arrestato a maggio 2024 a Bagnaia frazione di Viterbo insieme ad altri 17 sodali residenti nella Tuscia. Abdullah Atik potrebbe essere arrivato nel centro Italia per scappare alla giustizia turca e chiedere protezione alle rete del boss. La segnalazione internazionale, confermata da una nota dell’Interpol, indica per entrambi precedenti penali pesanti, che includerebbero omicidi e traffico di armi. Le autorità italiane hanno aperto accertamenti mirati per verificare la veridicità di tali informazioni e ricostruire i movimenti dei due giovani sul territorio nazionale.
I CONTROLLI
L’obiettivo è capire se si tratti di criminali in fuga approdati temporaneamente in Italia o se la loro presenza in città fosse legata esclusivamente alla detenzione delle armi che ha portato all’arresto. Per i media di Ankara i due arrestati «volevano eliminare il boss rivale». L’avvocato difensore dei due, Mario Angelelli, ha tuttavia smentito i collegamenti con precedenti penali: «Ai fini del procedimento in Italia non risulta alcun reato a carico dei miei assistiti, né sul territorio italiano né all’estero». Secondo il legale, le informazioni diffuse dai media turchi e le note dell’Interpol non trovano riscontro negli atti del procedimento in corso nel nostro Paese. I suoi due assistiti al momento si sono trincerati dietro il silenzio. Non fornendo spiegazioni né sulle armi sequestrate nella loro stanza del bed and breakfast di Viterbo, né sul motivo del loro arrivo in Italia. Le ipotesi al vaglio della magistratura sono diverse. Per questo le indagini non si limitano al fascicolo aperto per le armi. Gli investigatori hanno avviato controlli mirati su bed & breakfast, affittacamere e appartamenti turistici, per ricostruire eventuali contatti locali dei due giovani. Ogni struttura che li ha ospitati viene esaminata: registri delle presenze, dati delle prenotazioni, comunicazioni alle questure.
I VIDEO
L’obiettivo è verificare se qualcuno abbia fornito supporto logistico durante la loro permanenza a Viterbo. La loro presenza nel capoluogo della Tuscia infatti risale ad almeno dieci giorni prima dell’arresto del 3 settembre. Le indagini proseguono senza sosta. Gli inquirenti italiani stanno incrociando i dati sui precedenti segnalati dall’Interpol con i movimenti dei due giovani, la loro rete di contatti e i luoghi di soggiorno a Viterbo. L’obiettivo è chiarire se dietro la semplice detenzione di armi ci siano legami con crimini commessi all’estero e se sia possibile risalire a eventuali complici o fiancheggiatori sul territorio italiano. Acquisite anche le immagini delle telecamere nella zona del centro dove si trovavano i due ventenni prima dell’arresto per ricostruire ogni loro spostamento nei giorni precedenti. Il nodo da sciogliere è capire se abbiano incontrato qualcuno, a chi si siano rivolti per avere ospitalità o supporto di qualsiasi genere, e se la loro permanenza nella Tuscia sia stata del tutto autonoma o sostenuta da una rete organizzata. Ogni dettaglio viene analizzato con attenzione: movimenti sospetti, contatti telefonici, appunti e comunicazioni. L’obiettivo degli investigatori è costruire un quadro chiaro e completo della loro presenza in Italia, capire se siano realmente fuggiaschi da reati gravi all’estero e verificare eventuali collegamenti con altri soggetti attivi sul territorio, in un contesto che potrebbe allargarsi oltre la città di Viterbo.