La Stampa, 8 settembre 2025
Il fortino dei Btp
I Btp sono di nuovo nella lista degli acquisti degli investitori. La ritrovata credibilità dell’Italia, soprattutto a livello internazionale, ha richiamato investitori grandi e piccoli. Il rendimento alto, fino al 4,5%, attira anche gli operatori esteri (34% in agosto). I segnali positivi sono molteplici. A questi si aggiungono anche i giudizi delle agenzie di rating con Standard & Poor’s che a ridosso dell’estate ha ulteriormente migliorato il suo “voto” sull’Italia. Nelle prossime settimane è atteso il giudizio di Fitch e le previsioni sono di un’altra promozione. La fase positiva, si dicono convinti gli esperti, è destinata a durare e si contrappone alle tensioni che hanno colpito i bond di Francia e Regno Unito diventati ora più rischiosi.
Per i piccoli risparmiatori può essere dunque una opportunità puntare sui nostri Btp ma serve selezioen tra le varie emissioni sul mercato. Secondo gli analisti, è meglio privilegiare scadenze brevi, sotto i cinque anni. Sono più stabili e pagano tassi intorno al 2,5% lordo. Più alto è il rendimento delle emissioni sopra i 10 anni ma sono esposte a una maggiore volatilità. Passa invece in secondo piano il Btp Italia, molto ricercato negli ultimi anni dai piccoli risparmiatori. Questo perché con l’inflazione in calo avrà sempre meno appeal. Al contrario, il Btp Valore, probabilmente di nuovo in arrivo in autunno, potrebbe premiare ancora.
«Il contesto attuale è uno dei migliori della storia recente dei titoli di stato italiani – afferma Gian Marco Salcioli, strategist Assiom Forex -. È dato da stabilità politica, finanza pubblica sotto controllo, ritorno degli investitori esteri che comprano ogni volta che scendono i corsi, contesto inflattivo in Italia (e in Europa) che non desta preoccupazioni». Non solo. «A questo si aggiunga una situazione bancaria molto migliorata rispetto al passato, che si configura ad oggi come una delle migliori in Europa. Tali dinamiche, oltre a ridurre la percezione di rischio associata al Paese, sostengono appunto una domanda più ampia e stabile dell’investimento nei governativi italiani» afferma Vittorio Fumagalli, Senior Portfolio Manager di Decalia Sim.
Come orientarsi? «Meglio le durate brevi fino a 5 anni quotate sul mercato secondario – dice Salcioli -. Sono da preferire alle nuove emissioni a meno che non ne arrivino altre come il Btp Valore che hanno premialità e un sovrarendimento e che potrebbero essere emesse in autunno». Per l’esperto, sebbene il mercato appaia stabile è meglio evitare durate dai 10 anni in su. Nella ricerca di bilanciamento tra cedola e la ricerca di un titolo non molto sopra la pari, l’esperto cita il Btp 1° luglio 2030 (2,95%, prezzo 100,97) e il 15 giugno 2029 (3,7%, prezzo 104). Tutti nella fascia giudicata di maggior valore tra 3 e 5 anni. Pagano intorno al 2,5% annuo lordo.
Sugli orizzonti di tempo più ampi, il tasso pagato cresce. «In uno scenario in cui il trend dei tassi di interesse nell’Eurozona sembra essersi stabilizzato con un’inflazione ritornata sotto controllo, il Btp 1° agosto 2035 è valido – afferma Fumagalli -. Un suggerimento più aggressivo rimane quello di posizionarsi su scadenze più lunghe come i trentennali 1° ottobre 2053 e 1° ottobre 2054 che offrono ancora rendimenti annui a scadenza nell’intorno del 4,50% (lordo)».
«In questo momento i Btp Italia risultano essere un po’ meno attrattivi in quanto si stima che l’inflazione italiana nella seconda parte del 2025 e nel primo semestre 2026 possa scendere sotto all’1% rendendo poco efficienti tali strumenti indicizzati al Foi rispetto alle obbligazioni “bullet"» dice Paolo Barbieri – Responsabile Fixed Income di Valori Asset Management. s. ric. —