repubblica.it, 8 settembre 2025
Nuova Zelanda, finisce nel sangue la fuga dell’uomo che nel 2021 scappò con i 3 figli nei boschi
Il fuggitivo ha finito di nascondersi e i suoi tre figli sono liberi, anche se sicuramente traumatizzati, pronti per essere riconsegnati alla madre. Si è conclusa drammaticamente con uno scontro a fuoco la caccia all’uomo durata quattro anni in Nuova Zelanda: dopo che aveva sparato per primo a un agente, ferendolo in modo grave, Tom Philips è stato ucciso dalla polizia mentre si trovava con la figlia maggiore. Rimasta illesa nella sparatoria, la bambina ha poi aiutato le forze dell’ordine a ritrovare i suoi due fratelli. Il padre si era rifugiato con loro nel distretto di Waikato, nell’estremità nord-orientale del Paese, una remota regione di foreste, colline e montagne.
“Sono rattristata da questo sanguinoso epilogo, ma profondamente sollevata che sia terminato l’incubo per i miei figli”, commenta la madre. Un analogo sollievo deve essere stato provato da tutto il Paese, che ha seguito per anni su media e social la vicenda, rispondendo con centinaia di segnalazioni alle richieste di assistenza della polizia per individuare Philips e i figli, rispettivamente di 12, 10 e 9 anni. Trasportato in ospedale, il poliziotto ferito è stato sottoposto a diversi interventi chirurgici e le sue condizioni rimangono critiche.
L’agente ha trovato Philips alle 3:30 del mattino lungo una strada di campagna. L’uomo, alla guida di un quad, un quadriciclo a motore, insieme alla figlia maggiore Jayda, ha immediatamente aperto il fuoco con un fucile, ferendo il poliziotto. Poco dopo è sopraggiunta un’auto della polizia e altri agenti lo hanno ucciso nella sparatoria che ne è risultata. I genitori di Philips accusano le forze dell’ordine, sostenendo che avrebbe dovuto essere arrestato ma non ucciso. Gli altri due bambini sono stati ritrovati poco più tardi in un accampamento di fortuna nei dintorni.
La famiglia di Philips gli aveva rivolto recentemente un ennesimo appello a tornare a casa, dopo che nei giorni scorsi l’uomo era stato riconosciuto nelle immagini di una telecamera a circuito chiuso, vicino a un negozio di alimentari, insieme a uno dei bambini. Non è chiaro come i quattro siano riusciti a sopravvivere per tanto tempo, né dove abbiano trovato rifugio. Dopo tre anni di fuga, erano stati fotografati in una foresta in un’area selvaggia del Paese. C’erano sospetti che Philips avesse una complice, dalla quale avrebbe ricevuto aiuto, ma non è mai stata individuata con certezza. Probabilmente aveva fatto uso della sua esperienza di cacciatore: cresciuto in una zona rurale della Nuova Zelanda, fin da piccolo era abituato a vivere all’addiaccio e a cavarsela da solo per giorni e giorni.
La sua fuga è cominciata dopo che la moglie, in seguito a continue liti, aveva chiesto il divorzio. Poco meno di quattro anni fa, un giorno Philips è scomparso portando con sé i tre bambini, che all’epoca avevano 8, 6 e 5 anni. Adesso tutti e tre saranno affidati alle cure di psicologi per affrontare il lungo trauma a cui il padre li ha esposti, ma la polizia afferma che hanno “cooperato” con gli agenti quando sono stati liberati.
“È la conclusione di un tragico evento”, dice il primo ministro neozelandese Chris Luxon. La fine del fuggitivo che ha costretto i figli a nascondersi insieme a lui per quattro anni.