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 2025  settembre 08 Lunedì calendario

Dazi di Trump a rischio boomerang, il governo ammette: “Potremmo essere costretti al rimborso”

Dal Liberation Day al Refund Day il passo non è breve, ma rischia di costare caro all’amministrazione Usa. La politica dei dazi voluta e imposta dal presidente Donald Trump è stata impugnata da alcune società americane – tra gli imprenditori, anche un italiano – e bocciata da due tribunali. Ora la decisione finale spetta alla Corte Suprema. Dove la maggioranza dei giudici è conservatrice, ma questa potrebbe non essere una condizione sufficiente per garantire all’esecutivo di veder promossa la sua battaglia commerciale.
Il segretario al Tesoro Scott Bessent ha ammesso ora in una intervista che, in caso di sentenza avversa, il dipartimento sarà costretto a rimborsare alle aziende “circa la metà delle tariffe” già pagate alle dogane per importare beni dall’estero. Sarebbe un duro colpo per la Casa Bianca, sicuramente in termini di immagine, di proiezione di potere, ma i ricaschi sarebbero immediati per le imprese statunitensi.
Cinque mesi di nebbia sugli affari hanno avuto effetti immediati sulla programmazione degli acquisti. Dall’effetto scorte si è passati a un raffreddamento della fiducia e degli ordini, a causa dell’incertezza sui costi da pagare sulle merci. Nel caso dell’Europa ad esempio i dazi al 15% previsti dalla dichiarazione congiunta i sono rivelati più teorici che reali, con aliquote reali sull’export tra il 30 e il 50% con un trucco delle dogane americane.
Bessent, al programma Meet the Press della Nbc, si è comunque mostrato fiducioso sull’esito del giudizio. Al centro della vicenda giudiziaria ci sono i poteri straordinari invocati da Trump per imporre i dazi. Secondo i ricorrenti il presidente non avrebbe potuto decidere d’imperio appellandosi all’urgenza per la sicurezza nazionale. La battaglia legale riguarda quelle che Trump chiama “tariffe reciproche”, quelle mostrate sulla tabella colorata il 2 aprile scorso.
La Corte Federale ha stabilito che Trump ha oltrepassato i limiti della sua autorità imponendo tali misure. La sentenza comunque non verrà pronunciata prima del 14 ottobre, lasciando all’amministrazione una finestra temporale limitata per presentare ricorso. In caso di sconfitta, il dipartimento del Tesoro dovrà rimborsare il 50% delle tariffe incassate finora, circa 160 miliardi di dollari. “Se lo dice la Corte – ha precisato – dobbiamo farlo”. Tuttavia, ha aggiunto, ci sono “molte altre strade” che si possono percorrere in materia di tariffe, anche se “sminuirebbero la posizione negoziale del presidente Trump”.