Avvenire, 7 settembre 2025
In Serbia la protesta alza i toni: 42 arresti
La protesta non cede, anzi alza i toni.
Nei violenti scontri fra polizia e dimostranti avvenuti nella tarda serata di venerdì a Novi Sad, nel nord della Serbia, 13 poliziotti sono rimasti feriti e 42 persone sono state arrestate.
Stando al racconto del ministro dell’Interno Ivica Dacic, circa 3.000 dimostranti si sono diretti in corteo verso la facoltà di Filosofia, attaccando il cordone di polizia a presidio dell’edificio.
Le nuove violenze di piazza sono state fermamente condannate già nella notte dal presidente Aleksandar Vucic, che ha da parte sua puntato il dito contro alcuni europarlamentari Verdi presenti alla manifestazione e agli incidenti di Novi Sad. Quella dell’altra notte è solo l’ultima di una serie di proteste studentesche scoppiate in tutto il Paese dopo il crollo del tetto di una stazione ferroviaria di Novi Sad lo scorso novembre, che causò 16 morti e fu ampiamente attribuito alla corruzione dilagante nella politica. Le mobilitazioni si sono trasformate in un appello per elezioni anticipate, continuamente respinte dal governo e dal leader filorusso Vucic. E il muro contro muro a Belgrado sta portando il Paese a una situazione di caos perenne che, in molti temono, possa avere un epilogo drammatico.