ilmessaggero.it, 7 settembre 2025
Pilota dell’Alaska Airlines tenta di spegnere i motori in volo: «Non dormivo da 40 ore, pensavo fosse un sogno»
Il pilota, fuori servizio in quel momento e per questo seduto sul sedile dietro ai piloti ai comandi (il “jump seat"), ha tentato di spegnere i motori dell’aereo passeggeri durante il volo. Così è scattata l’emergenza. Venerdì 5 settembre il 46enne Joseph Emerson si è dichiarato colpevole presso il tribunale federale per gli eventi accaduti nell’ottobre del 2023. Inoltre, l’ex pilota dell’Alaska Airlines ha spiegato l’accaduto e cosa lo abbia spinto ad agire in questo modo: «Pensavo fosse un sogno, dovevo svegliarmi».
«Sebbene fossi seduto sul sedile di emergenza e interagissi con l’equipaggio di volo, credevo di stare sognando e ho sentito un bisogno irrefrenabile di svegliarmi – ha dichiarato Joseph Emerson -. Nel tentativo di svegliarmi dal mio ’sogno’, ho azionato consapevolmente le due manopole dell’estintore dei motori dell’aereo mentre quest’ultimo era in volo». E aggiunge: «Sapevo che così facendo avrei spento i motori, ma in quel momento ho pensato che mi avrebbe svegliato dal mio sogno e sarei stato con la mia famiglia».
L’uomo ha ammesso di aver assunto delle sostanze allucinogene, la psilocibina, presente nei funghi, due giorni prima del volo, di essere ancora sotto l’effetto della droga e di non aver dormito per circa 48 ore. La droga era stata assunta mentre era a Washington con degli amici per ricordare il suo defunto migliore amico, Scott, anche lui pilota. Dopo l’incidente a bordo, Emerson ha dichiarato di essere depresso proprio a causa della morte dell’uomo.
Quando ha afferrato le maniglie, l’equipaggio si è subito allarmato e gli ha afferrato mani e polsi per evitare che spegnesse i motori. Grazie all’intervento repentino, l’aereo è poi atterrato in sicurezza. Per questo Joseph li ha ringraziati: «È il regalo più grande che io abbia mai ricevuto». Il giudice lo ha dichiarato colpevole di tutti i capi d’accusa e lo ha condannato in base ai termini dell’accordo di patteggiamento: 50 giorni di carcere, pena già scontata dopo l’arresto, e a cinque anni di libertà vigilata. Gli è stato inoltre imposto di pagare oltre 60.000 dollari di risarcimento, in gran parte ad Alaska Airlines, e di prestare oltre 600 ore di servizi sociali.