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 2025  settembre 07 Domenica calendario

Sisma 2016, fine ricostruzione mai: spesi 10,7 miliardi in 9 anni

Tre regole semplici, le chiameremo le chiavi d’oro, hanno reso il terremoto che nel 2016 colpì il centro Italia, la tragedia di Amatrice e i territori marchigiani anzitutto, come la più incredibile e infinita sequenza d’attività di movimento terra e calcestruzzo che questo secolo ricordi.
Primo: allargare quanto più possibile l’area colpita dal terremoto. I 40 mila sfollati dell’immediato dopo sisma, ricadenti nelle quattro regioni (Marche più i territori confinanti di Abruzzo, Umbria e Lazio), sono divenuti sulla carta quasi il quadruplo. Le richieste di contributo dovrebbero infatti attestarsi a quota 51 mila nuclei familiari che però, in media, sono formati da quattro persone.
Secondo: allungare la lista degli aventi diritto ha significato dare ristoro totale sia a chi aveva la prima casa, sia a chi soltanto la seconda, al residente come al turista. Coinvolto nella ricostruzione (e nei finanziamenti relativi) chi abitava quel territorio per dodici mesi all’anno, chi solo ad agosto, chi magari nemmeno a capodanno. Il terremoto si è gonfiato come la pancia della rana.
Terzo: far lievitare, attraverso coefficienti sbalorditivi di remunerazione, il valore del costo al metro quadrato di una casa costruita in Val Nerina o nei dintorni di Camerino o anche sulle montagne di Amatrice. Esistono casi in cui un’abitazione in paesini del Piceno è costata allo Stato oltre quattromila euro al metro quadrato, raggiungendo e superando così di slancio la media nazionale (in Italia si parte da 1.200 euro/mq per giungere ai 2.500/mq) e attestarsi sul valore del lusso sfrenato del triangolo della moda milanese.
Il moto perpetuo di calce e cemento in soli nove anni ha consumato 10 miliardi e 700 milioni dando sollievo ai primi 22.480 cittadini titolari del diritto a vedersi ricostruita la casa, sui 34 mila che ne hanno fatto richiesta, per un valore superiore ai 15 miliardi. È stata una manna anche per il partito dei tecnici, geometri, ingegneri, architetti e geologi. In media circa il 12% dell’ammontare finanziato è cascato nelle tasche di questi professionisti che hanno spesso cinturato le aree di competenza e vanificato l’ingresso dei troppo giovani (ah, i giovani!).
Un salto enorme nella velocità dell’erogazione, ha scritto qualche mese fa nel suo puntuale rapporto al Parlamento Guido Castelli, il senatore di Fratelli d’Italia promosso, in quanto marchigiano e già sindaco di Ascoli Piceno, a commissario alla ricostruzione, dunque dominus nell’area e titolare della cassa. Un ruolo che specialmente in tempi di campagna elettorale, come le Marche in queste settimane, occupa posizioni di rilievo nelle potenze in campo.
Ma non facciamoci illusioni, restano altri 12 mila contributi da finanziare, e saremmo comunque alla soglia mediana dei 34 mila richiedenti sapendo però che negli uffici della ricostruzione sono attese valanghe di nuove richieste per un totale futuribile da finanziare previsto, facciamoci la croce madonna santa benedetta, di 28 miliardi di euro. Le Marche e i suoi vicini di casa saranno nel domani meloniano nuove di zecca e otterranno la cifra che basterebbe a costruire, secondo i calcoli di Matteo Salvini, due Ponti sullo Stretto.
Laboratorio Appennino, lo chiama Castelli. “Restate o ritornate” dice sempre il commissario. I soldi ci sono e tanti. Il festival della Restanza, per via di tutto quest’oro che luccica, ogni anno passa in rassegna il nuovo che avanza.
È però il 2017, governo Gentiloni, l’anno del miracolo. Il Parlamento unito e commosso, destra sinistra e centro, piange i 299 morti e decide non solo di far rinascere le aree colpite dal sisma, tra Amatrice e le Marche, ma di dar loro tanto gas, cioè quattrini, per farle schizzare al cielo e far dire a tutto il mondo la bellezza ritrovata. Il Lazio, colpito nella percentuale dell’1,2% della sua popolazione, ha finora ottenuto per la ricostruzione privata la somma di 2 miliardi e 120 milioni di euro. Il cratere laziale formato dai comuni di Accumuli, Amatrice e Leonessa raccoglie una popolazione residente di 4.730 abitanti. Con i vacanzieri giunge, tutta insieme, alla cifra di 35 mila persone. Un miliardo e seicento milioni di euro per i 35 miracolati finora.
Più case, più aree, ma l’Appennino, fatto di montagne, è restio a far largo al cemento. Così costruire è divenuta un’impresa e l’impresa costa assai.
Pagina 53 dell’ordinanza numero 17 del 24 agosto 2016: una casa in montagna ricostruita è pagata dallo Stato 1.450 al metro quadrato. È il costo base, indice parametrico. Però, ecco sul però c’è la terza meraviglia di questa ricostruzione.
La casa è dichiarata di interesse culturale? Aumentate di un 40% l’importo. E siamo a 2.030 euro a metro quadrato. Esistono interventi di efficientamento energetico? Ancora il 10% in più (e arriviamo a 2.233 euro al mq). L’ubicazione è disagiata (altri edifici distanti a meno di 1 metro e 50 centimetri?). Allora si lievita di un ulteriore 10%: e fanno 2.456 euro al mq. La casa per almeno il 40% dev’essere demolita? La cifra sale ancora di un altro 10 per cento e quindi al metro quadrato costerà allo Stato 2.701 al mq. Un ulteriore 20% per interventi di ricostruzione di edifici singoli e siamo a 3.241 euro al mq. Un 3% per il miglioramento sismico (3.338 al mq), una spintarella del 2% per interventi di rinforzo delle murature portanti (3.404 al mq), un altro 3% se la proprietà è mista pubblico/privata (3.506 euro al metro quadrato), un ulteriore 3% se la casa è sopra i mille metri sul livello del mare (3.611 euro), ma se tra i mille e i settecento metri l’aumento è solo del 2%. Però un altro 3% se all’esterno è a pietra a faccia vista (3.719 euro), ancora un 2% se ha solai in legno (3.793 al mq), un altro 2% se ha anche infissi in legno (3.868 euro). Se è in zone dove maggiore è l’azione sismica il valore della casa aumenta da un minimo del 5% (portandosi così a 4.061 euro al metro quadro) a un massimo del 15% e qui finiamo a 4.448 euro al metro quadrato.
Ancora un altro po’ e mago Zurlì arriverà quasi a far pareggiare alle Marche i conti con Manhattan.