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 2025  settembre 07 Domenica calendario

Carlo Acutis, gadget e statuine del cyber apostolo: il business intorno al ragazzo da oggi Santo

«Entri nel Santuario della Spogliazione, ad Assisi, ed è lì, in un’ala laterale della chiesa. Attorno alle spoglie c’è un campo energetico positivo da far venire i brividi, è impressionante», racconta Alberto, uno dei turisti che da anni, dalla beatificazione di Carlo Acutis nel 2020, affolla la città di Assisi per visitare le reliquie esposte del santo.
121mila ingressi nel solo mese di agosto, 630mila dall’inizio dell’anno. Un milione superato nel 2024 e un numero che sembra quest’anno ormai destinato a essere oltrepassato. «Carlo è esposto dietro a un vetro, ma sembra vivo – continua Alberto – Vestito con abiti moderni, jeans e scarpe da ginnastica. È come se davanti a te ci fosse una persona comune». Oggi Acutis è stato canonizzato: era morto nel 2006 a soli 15 anni a causa di una leucemia fulminante. Cresciuto a Milano ma sepolto o, meglio, esposto per sua scelta ad Assisi. Il “Patrono di Internet”, come è stato nominato. Il primo Santo “Millennial” appassionato di informatica, autodidatta, che oltre vent’anni fa aveva capito come trasformare il web in uno strumento di evangelizzazione. Una vita, breve, «con Gesù, per Gesù, in Gesù», si legge nella sua biografia. Un amore tale per l’Eucarestia da averla definita lui stesso «autostrada per il Cielo».
Carlo è diventato un simbolo, conosciuto e ricercato in tutto il mondo. Il telefono della segreteria del Santuario della Spogliazione squilla fin dal primo mattino. Sono tanti, troppi, i fedeli che chiedono preghiere, informazioni, la possibilità di avere una sua reliquia. «Ci chiamano dal Brasile, dalla Svizzera, dalla Polonia, dall’Est Europa, oltre che dall’Italia», racconta suor Francisca delle Missionarie delle Cappuccine del Brasile, che insieme ad altre persone si occupa dell’accoglienza dei gruppi e della segreteria.
Accanto alle preghiere ciò che affascina e allo stesso tempo stride con la dimensione di culto sono i gadget, i souvenir di Carlo Acutis. «È una figura che diventa attiva quando guardi i negozi», spiega Alberto. Statuine in resina vendute a 45 euro l’una. Croci, rosari, portachiavi, santini, preghiere plastificate. E ancora calamite, borse, magliette, cappellini, pendenti e medaglioni con il suo volto ritratto. L’iconografia è nota: polo rossa, jeans e scarpe da ginnastica. Venduto accanto alle statuette di San Francesco e della Madonna. Con uno zaino in spalla o intento a sorreggere Cristo in croce.
È la forza della semplicità, l’immagine del ragazzo comune a funzionare. Un’immagine spacchettata in migliaia di piccoli oggetti. Frammenti, a ricordare come il seme della santità possa essere presente in ciascuno di noi. Un seme, come spiegato dalla madre di Acutis Antonia Salzano – custode rigorosa e gelosa dei diritti d’autore e delle parole legata al figlio – «da coltivare con preghiera, rosario, partecipazione alla messa più volte alla settimana e opere di carità». Quello che lei stessa definisce “il kit della santità”, sperimentato dal figlio e possibile patrimonio di ogni persona.
Sono due i miracoli che hanno portato Carlo Acutis verso la santificazione, voluta da Papa Francesco dopo l’udienza con il cardinale Marcello Semeraro – prefetto del Dicastero delle cause dei Santi – e posticipata ad aprile a causa della morte del pontefice. Cominciamo dal primo. Brasile, 2013: Matheus è un bambino affetto da pancreas anulare, una rara anomalia congenita che impedisce il regolare sviluppo fisico del piccolo. Matheus è destinato a una vita breve. Nella chiesa brasiliana di San Sebastiano è in corso una benedizione con una reliquia di Carlo Acutis: un lembo del pigiama macchiato di sangue con cui il 15enne aveva dormito poco prima di morire. Tocca a Matheus mettere le mani sulla reliquia e il nonno chiede che i sintomi della malattia possano terminare. Da un giorno all’altro, le condizioni del bambino migliorano. Negli anni successivi tutti gli esami medici concordano sulla diagnosi: la malformazione è definitivamente scomparsa. La guarigione, “istantanea, completa e duratura”, viene ritenuta inspiegabile dalla Consulta Medica della Congregazione delle cause dei santi, che nel 2019 esprime parere positivo sul miracolo.
Salto temporale, Italia, 2022. Con l’attribuzione del miracolo di Matheus, Carlo Acutis è diventato beato. Nel frattempo Valeria, una giovane costaricana, si trasferisce per motivi di studio a Firenze. La mattina del 2 luglio, Valeria cade dalla bicicletta e riporta un gravissimo trauma cranico. Per lei rimangono poche speranze, così la madre della giovane, Liliana, va ad Assisi per pregare Carlo Acutis e raccomandare la figlia al beato. Inginocchiata, per un giorno intero davanti alla sua tomba, alla sera riceve la telefonata dell’ospedale: le condizioni di Valeria migliorano.
Carlo Acutis può iniziare il suo processo di santificazione. Nascono mostre. Sorgono statue giganti, come quella in bronzo e alta 3,48 metri firmata dallo scultore canadese Timothy Schmalz, in cui Carlo è imponente, in ginocchio, insieme a un computer portatile. Ma nascono anche tentativi di truffa: a giugno di quest’anno la Procura di Perugia ha aperto un’inchiesta per ricettazione dopo che un uomo residente in Emilia-Romagna è stato accusato di aver messo all’asta online una ciocca di capelli attribuita ad Acutis; aggiudicata – dopo diciassette offerte – per un totale di 2110 euro. Alcuni paragonano l’iconografia di Carlo Acutis a quella di Padre Pio, mentre altri lo definiscono un “cyber apostolo”. Un nome, e una figura, che vivono accanto alla storia di San Francesco: nato da ragazzo comune, morto da “influencer di Dio”.