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 2025  settembre 07 Domenica calendario

Vannacci agita (ancora) la Lega: porto esperienza e cerco adepti

Più lo invitano a stare nei ranghi e più il generale avanza. Nemmeno l’uscita sopra le righe del solitamente mansueto presidente della Lombardia Attilio Fontana («Col c... che vannaccizzano la Lega») ammorbidisce Roberto Vannacci che, anzi, rivendica di avere il diritto sia di portare i suoi valori dentro il partito di cui è diventato da pochi mesi vicesegretario, sia di fare proselitismo per la sua associazione (che definisce culturale ma che si muove a tutti gli effetti come un soggetto politico).
«Vannacci – spiega parlando di sé – porta la propria esperienza, i propri ideali, i propri principi all’interno di un partito politico e cerca più adepti possibile. Non vedo perché non si debba parlare di vannaccizzazione o di vannaccismo». L’ex comandante della Folgore, eletto a Bruxelles nel giugno di un anno fa con una valanga di preferenze (oltre 500 mila, il più votato in Italia dopo Giorgia Meloni), conferma quindi che le sue iniziative sul territorio hanno lo scopo di arruolare nuove reclute. Anzitutto, per Mondo al contrario, la sua associazione; se anche per la Lega è tutto da vedere.
E poco importa se pure il presidente del Veneto Luca Zaia pochi giorni fa lo abbia invitato a «fare il leghista». «Ogni persona che entra all’interno di una istituzione, di una società, porta quanto di meglio può portare – sostiene il deputato europeo —. Porta la propria esperienza, i propri ideali, i propri principi e tenta di diffonderli all’interno dell’organizzazione alla quale appartiene. Lo fanno gli ingegneri, lo fanno gli architetti, lo fanno gli economisti. E perché non lo dovrebbe fare anche Vannacci?».
Nella Lega il protagonismo del generale, fortemente voluto dal leader Matteo Salvini, comincia a dare fastidio. In Toscana, la collega deputata europea Susanna Ceccardi, nei giorni scorsi ha lamentato un eccesso di interventismo di Vannacci nel lavoro di predisposizione delle liste che dovranno essere presentate a breve per le elezioni regionali. «Qui ci sono militanti, non truppe» l’uscita ad hoc, con linguaggio militare, dell’ex candidata governatrice. Ma il generale ha tirato dritto, forte anche del fatto che è stato proprio Salvini a nominarlo responsabile della campagna elettorale della Lega in Toscana. In Lombardia, invece, contestano a Vannacci di aver promosso diversi incontri, soprattutto nella provincia di Varese (la terra di Attilio Fontana, guarda caso), senza informare le strutture locali del partito di cui è vicesegretario. E pure in Veneto l’uscita di Zaia è stato il segno di una difficile convivenza con una figura che già lo scorso anno, quando Vannacci fu candidato alle Europee, fu accolta con freddezza.