Il Messaggero, 6 settembre 2025
La sostanza che si svapa (e che viaggia su TikTok)
Rosa shocking, verde acido, lilla glitterato. Sono le nuove “spezie” dei social. Ma non parliamo di make-up, né di smalti per unghie: qui si tratta di sigarette elettroniche che vanno virali nei video di TikTok, Snapchat e Instagram, vendute come un “viaggio” leggero al Thc ma che invece contengono “Spice”, la droga sintetica che sta intossicando ragazzi di appena 13 anni.
Le chiamano “spezie” per renderle cool, ma di esotico non hanno niente. Prodotte in laboratorio, costano cinque volte meno della cannabis, imitano gli effetti psicotropi del Thc e colpiscono il cervello con una potenza devastante. Convulsioni, allucinazioni, svenimenti, arresti cardiaci, ma anche sonnolenza e perdita di appetito: gli effetti più comuni hanno ormai portato le prime ambulanze direttamente nei cortili delle scuole, dove la diffusione di queste sostanze è diventata allarmante.
IL MERCATO PARALLELO
Un’inchiesta condotta dall’Università di Bath ha scoperchiato il vaso di Pandora: in soli tre mesi, 120 account TikTok e 83 profili Instagram vendevano liquidi per svapo elettroniche “al Thc”, consegnati a domicilio come fossero pizze. I prezzi per boccetta arrivavano fino a 10 sterline, con offerte del tipo “se ne prendi 3 paghi 20”. Tra emoji colorate, nomi fantasiosi e frasi in codice, migliaia di adolescenti venivano attratti da etichette come “cloud”, “dream juice” e “mango bliss”. Peccato che dietro quelle nuvolette aromatizzate si nascondesse la sostanza che in carcere chiamano “farmaco zombie”. «Abbiamo scoperto che circa il 70% degli account TikTok e oltre il 50% di quelli Instagram che dicevano di vendere Thc in realtà era Spice» denuncia il professor Chris Pudney, a capo dello studio dell’Università. «I ragazzi pensano di comprare cannabis, ma ingeriscono un composto più economico, più potente e molto più pericoloso».I numeri fanno tremare: 1.923 sigarette elettroniche sequestrate in 114 scuole secondarie inglesi. Il 13% conteneva Spice. A Londra e nel Lancashire, la percentuale schizza al 27%. Bambini di 12, 13, 14 anni inalano inconsapevolmente un liquido progettato per mandare il cervello in tilt. «Temevo di trovarla morta a letto», racconta Sarah, mamma di Ella, 15 anni. La figlia aveva iniziato con sigarette elettroniche “normali», poi un’amica le ha passato «quelle che sballano di più». «Tornava a casa agitata, poi triste, poi arrabbiata. Non voleva parlare, non voleva cenare. Quando è svenuta e l’ho portata in ospedale, ho capito che rischiava di morire». Snapchat, dal canto suo, rivendica di aver rimosso già nel 2024 oltre 2,4 milioni di post legati alla droga e disattivato 516.000 account. Anche TikTok e Instagram affermano di «vietare severamente la vendita di sostanze illegali» e promettono di rafforzare i controlli. Ma i numeri smentiscono le dichiarazioni: al 1° settembre di quest’anno, circa il 70% degli account segnalati dai ricercatori era ancora attivo e accessibile con una semplice ricerca. «Le piattaforme non stanno facendo abbastanza», denuncia la Daniel Spargo-Mabbs Foundation, associazione che da anni si occupa di educazione antidroga. «I ragazzi vengono bombardati da pubblicità camuffate da contenuti virali, e l’accesso a questi prodotti è disarmante».
IL PERICOLO
A volte basta una sola svapata per finire in ospedale. Un ragazzo di 13 anni nel Warwickshire ha perso conoscenza dopo che dei bulli gli hanno forzato in bocca una di queste sigarette elettroniche aromatizzata alla Spice. «Ha detto che aveva allucinazioni, che si sentiva sott’acqua», racconta Kelly, la madre. Il professor Pudney parla chiaro: «Spice è nata come droga da carcere. Oggi è nelle scuole. È economica, è ovunque e sta creando una generazione di giovanissimi dipendenti senza nemmeno saperlo». Gli ospedali segnalano un aumento dei ricoveri legati a queste boccette contaminate. Il servizio nazionale Wedinos, laboratorio pubblico gallese che analizza sostanze inviate dai cittadini per ridurre i rischi, conferma che nel 2024 il 40% dei campioni testati conteneva Spice. Intanto, l’Ofcom, l’autorità britannica per la sicurezza online, ha avviato indagini su 47 piattaforme e promette sanzioni fino a 18 milioni di sterline per le aziende che non rimuovono tempestivamente contenuti illegali. Le istituzioni ora devono correre dietro a un mercato che viaggia alla velocità dei like. È questo il paradosso: perché basta un click per far arrivare questi prodotti a casa. Nessun controllo, nessuna verifica dell’età. In un mondo digitale dove “tutto è a portata di mano”, i bambini trovano la “Spice” più facilmente di un libro di scuola.