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 2025  settembre 06 Sabato calendario

Manovra, si sgonfia il boom delle Entrate. L’Istat: "Consumi a picco"

l dato era atteso: governo e maggioranza aspettavano l’aggiornamento sulle entrate fiscali per capire con quale traiettoria saremmo entrati nel 2026 e quindi su quali risorse ovviamente in più, si sarebbe potuto contare in vista della prossima legge di bilancio. Il bollettino del Dipartimento delle finanze relativo al mese di luglio diramato ieri sera raffredda certamente le attese: nel periodo gennaio-luglio 2025 le entrate tributarie erariali ammontano infatti a 336,76 miliardi di euro con un aumento di 8,4 miliardi, ovvero il 2,6% in più rispetto allo stesso periodo del 2024. Nulla a che vedere col +7,3% che si era registrato a giugno, a dire il vero per per effetto di una serie di disomogeneità di calendario che avevano suggerito ai tecnici del Dipartimento delle entrate di attendere appunto i dati di luglio «per una valutazione più precisa» della situazione. È un dato di fatto però che la curva di crescita delle entrate, tolto il dato anomalo di giugno, mese dopo mese tenda a calare: si è infatti passati dal +5,9% di marzo al +4,1% di aprile al +3 % di maggio.
Ben peggio vanno invece i consumi interni: a luglio stando ai dati diffusi sempre ieri dall’Istat, infatti, le vendite al dettaglio sono risultate ferme rispetto a giugno in termini di valore, mentre il volume cala dello 0,2%. A pesare è soprattutto il calo delle vendite di generi alimentari, e non poteva essere altrimenti visto il continuo aumento dei prezzi di frutta, verdura e carne scese dello -0,4% in valore e dello 0,9% in volumi.
Quanto al gettito fiscale nel solo mese di luglio le entrate tributarie sono diminuite di 10,5 miliardi (-14,8%) per effetto della contrazione delle imposte dirette, pari a 13,3 miliardi (-26,1%) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Una «consistente diminuzione» dovuta a una difformità temporale sui versamenti in autoliquidazione Irpef e Ires, che nel 2024 erano slittati, per ragioni di calendario, dal mese di giugno al mese di luglio. Sempre a luglio diminuiscono le ritenute sui redditi dei lavoratori dipendenti del settore privato (- 329 milioni di euro, -3,4%) e quelle sui redditi dei lavoratori dipendenti del settore pubblico (-6 milioni di euro, -0,1%), proseguendo la tendenza osservata nel corso di tutto il 2025: è «l’effetto delle misure introdotte dalla Legge di bilancio per il 2025, che hanno trasformato in strutturali le disposizioni inizialmente previste in via temporanea per il solo 2024».
Nel periodo gennaio-luglio le ritenute dei redditi da lavoro autonomo hanno registrato una crescita di 529 milioni (+6,3%). L’imposta sostitutiva sui redditi da capitale e sulle plusvalenze segnala invece un incremento di gettito pari a 1.412 milioni. Fra le imposte indirette, il gettito dell’Iva aumenta di 3,16 miliardi (+3,4%). Infine le entrate da attività di accertamento e controllo sono aumentate di 610 milioni (+7,2%).
I numeri complessivi suggeriscono come sempre cautela, che poi è quella che predica da sempre anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, dal cui intervento di domani al forum Ambrosetti di Cernobbio ci si aspetta qualche indicazione più precisa sulla prossima legge di bilancio dopo il florilegio di proposte di ogni tipo prodotto fino ad oggi in seno alla maggioranza. Ancora ieri il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani è tornato a bocciare la proposta avanzata dalla Lega di tassare il buyback delle banche. «Sono assolutamente contrario, non serve a niente, spaventa gli investitori, non è questo il modo per intervenire, serve un dialogo, serve un confronto» ha dichiarato il segretario di Forza Italia. «Io quando sento parlare di tasse, sono come il toro quando vedo la muleta rossa, meno tasse si infliggono e meglio è» ha poi aggiunto, rilevando che «il principio virtuoso è quello di ridurre le tasse. Se si riducono le tasse aumenta la capacità di acquisto da parte dei lavoratori, quindi si consuma di più, e se si consuma di più si produce anche le imprese producono di più».
I dati di ieri sui consumi, intanto, hanno messo in allarme le associazioni dei consumatori e soprattutto il mondo del commercio. E lo sguardo, inevitabilmente, è andato alla prossima manovra, con Confesercenti, in particolare, che chiede interventi per liberare risorse a sostegno delle famiglie «con tagli percepibili». La flessione delle vendite al dettaglio, infatti, «potrebbe anticipare un rallentamento anche del Pil del terzo trimestre col rischio di una recessione tecnica per la nostra economia». E quel punto anche le entrate, giocoforza, sarebbero destinate a frenare ulteriormente creando un problema in più a Giorgetti & C.