repubblica.it, 6 settembre 2025
“La Ddr non era socialismo”: bufera in Germania sulla leader della Linke. Ma il partito cresce
“Quello della Ddr non è stato socialismo. Almeno, non quello che il mio partito immagina”. È bastata questa frase della star della Linke, Heidi Reichinnek, per scatenare un putiferio. Anche se la leader della sinistra tedesca ha precisato che “non vogliamo il ritorno della Ddr”, il numero uno della Csu, Markus Soeder ne ha approfittato per scagliarsi contro di lei: la Germania est era una dittatura, “socialismo puro”, ha tuonato su X. La parlamentare della Cdu, Ottilie Klein l’ha addirittura accusata di essere un’“erede degli assassini del Muro” che “cerca di reinterpretare la storia”. E a queste bordate se ne sono aggiunte altre, sempre della Cdu ma anche dei liberali della Fdp.
In realtà, Reichinnek aveva spiegato estesamente che socialismo, per la Linke, significa “che vogliamo cambiare il sistema economico, non rovesciare il sistema politico”. Sono altri, ha aggiunto, che “vogliono abolire la democrazia”, ossia l’Afd. Ma il solo fatto di aver negato che la vecchia Germania est fosse socialista ha fatto inalberare i conservatori. Il sospetto, tuttavia, è che con l’ira funesta del partito di Merz e Soeder c’entrino anche i disastrosi sondaggi attuali. E il crescente successo della sinistra.
Nelle ultime rilevazioni, l’ultradestra Afd ha guadagnato oltre quattro punti dalle elezioni di gennaio e tallona da vicino la Cdu/Csu con il 25% dei consensi, contro il 25,5-27% del partito di Friedrich Merz. La Linke aveva raggiunto l’8,8% alle elezioni, ora oscilla tra l’11 e il 12, tendenza crescente.
Un partito, peraltro, letteralmente resuscitato dai morti. Tutti davano la sinistra per spacciata durante lo scorso inverno a causa della scissione dell’irrequieta leader rossobruna Sahra Wagenknecht. Ma il combinato disposto di una campagna elettorale improntata ai temi sociali, all’emergenza abitativa e un ormai leggendario exploit di Heidi Reichinnek, che aveva incenerito Merz al Bundestag dopo che la Cdu si era fatta votare una mozione anti-migranti dall’Afd, ha regalato alla Linke un insperato 8,8%. E Sahra Wagenknecht è stata spazzata via: non ha raggiunto la soglia di sbarramento del 5% per entrare al Bundestag.
Sparita per mesi, Sahra “la rossa”, putiniana di ferro, è stata avvistata di recente a Duisburg in vista delle elezioni comunali in Nordreno-Westfalia di domenica prossima. E ha fatto leva, come al solito, sulle paure dei tedeschi: “Davvero vogliamo sfidare una potenza atomica?”. Ma su questi temi ormai è totalmente oscurata dal partito gemello, sui temi più populisti: l’ultradestra Afd.