la Repubblica, 6 settembre 2025
Shakespeare amò il Conte: l’indizio in un medaglione
Shakespeare “in love”, per citare il film, ma in questo caso innamorato di un uomo? L’ipotesi potrebbe essere confermata dalla straordinaria scoperta di due esperte di storia dell’arte sulla relazione tra il grande drammaturgo e un giovane aristocratico inglese che fu suo mecenate. Sarebbe la soluzione di un enigma che dura da 400 anni su alcuni famosi sonetti, scrive il Times Literary Supplement.
Tutto nasce dal recente ritrovamento di un ritratto in miniatura di Henry Wriothesley, terzo conte di Southampton, un nobiluomo noto per l’aspetto androgino, la vanità e l’amore per la poesia, opera di Nicholas Hilliard, miniaturista alla corte di Elisabetta I. Il conte è ritratto con lunghi riccioli che gli scendono fino al cuore e due braccialetti di perle al polso. Ma la parte più interessante è sul retro della miniatura, dove appare un cuore rosso, spezzato da una freccia nera. L’ipotesi è che il conte avesse donato il ritratto al poeta, il quale gliela avrebbe restituita dopo essersi sposato. A quel punto, sentendosi respinto, l’aristocratico avrebbe tratteggiato una freccia (lo stemma di Shakespeare) sul cuore infranto.
Shakespeare dedicò al conte due poemi erotici, Venere e Adone e Lo stupro di Lucrezia, con queste parole: «L’amore che dedico al mio Signore è senza fine». E nel sonetto 99, parte della serie dedicata a un uomo, paragona i capelli del fair youth (bel giovine) a una “maggiorana”, i cui viticci sono arricciati: riferimento ai riccioli del ritratto? Chissà se, mentre scriveva Romeo e Giulietta, il Bardo era turbato dai sentimenti fra un Romeo e un Romeo.