Corriere della Sera, 6 settembre 2025
Intervista ad Amanda Sandrelli
Guardi Stefania Sandrelli e vedi la sua dolcezza materna e generosa, il suo istinto infallibile. Al Lido prende il premio Nuovo Imaie, organizzato da Tiziana Rocca, l’ente che tutela i diritti dei giovani attori.
Il Leone non potevano darglielo.
«…Perché alla carriera lo vinsi già nel 2005. Il senso di questo mestiere è fare un buon film, non dire quanto sono brava».
Quale film avrebbe voluto vedere alla Mostra?
«Quello di Gianfranco Rosi. E amo Valeria Bruni Tedeschi, matta come un cavallo come me, e faccio il tifo per la sua Eleonora Duse. Ma troppi film sono nostalgici, gli eroi nazionali…Ci sono scelte mirate che non mi piacciono».
Che ricordo ha del Lido?
«Portavo i vetri di Murano. Ho due figli e cinque nipoti e ognuno si aspetta qualcosa da me. Ora però vorrei pensare un po’ di più a me stessa, fisicamente intendo».
Chi sono i nuovi Germi, Monicelli, Scola, Bertolucci?
«Il problema è che mancano le fondamenta, gli sceneggiatori. Io sono nata con titoli altisonanti, Divorzio all’italiana vinse un Oscar, però mi accontento, eh. Ci sono bei film e bravi attori, ma il cinema è decaduto, i film, quando escono in sala (sono sempre meno) dopo pochi giorni spariscono. Ora ci sono le piattaforme, per Sky ho fatto un episodio di Call my agent».
Cosa fa nella serie?
«Me stessa. Chiedo di conoscere una giovane regista, che pensa che io abbia parlato male di lei e non è vero».
L’attore che le somiglia?
«Mastroianni, che un po’ c’era e un po’ ci faceva. Mi piaceva la sua indolenza, quando si addormentava nelle pause. Io però ero più esuberante di lui, pattinavo, ballavo, brigavo. Marcello era di una bellezza che faceva paura ma era un po’ anziano per me».
E al cinema, quanti no ha detto?
«Il padrino di Coppola. Gli dissi: sono la vergine nazionale non posso diventare la vergine internazionale. Poi c’è il no subìto, Il Giardino dei Finzi Contini davo già le battute a De Sica quando subentrò Dominique Sanda, per colpa di un produttore che un paio di volte mi ha messo i bastoni tra le ruote e non so cosa gli ho fatto. Ma sono stata felice per Dominique».
Lei e il nudo.
«Dopo Tinto Brass,, mi proposero le copertine di Playboy e Playmen con riunioni dove mi parlavano di pezzetti di glutei e di qualche pelino, ho risposto che non ero un pollo arrosto».
Lei, mamma protettiva.
«Blas Roca Rey lasciò mia figlia Amanda e non si comportò bene, la fece soffrire, un po’ gratuitamente. Amanda mi rimproverò, ricordati che è il padre dei tuoi nipoti».
È vero che il nome Amanda non le piaceva troppo?
«Io avrei preferito Angelica, Amanda si chiamava la mia compagna di classe che mi prendeva a cartellate e mi picchiava. Ma il gerundio dà speranza: doveva essere amata».
La sua casa era sempre aperta agli amici.
«Con noi fino alla fine ha vissuto Gari, come Garibaldi, che aveva conosciuto mio nonno a Figline Valdarno mentre faceva la spesa. Mio fratello Sergio suonava il piano da me. In famiglia avevamo una pensione e un esercizio commerciale e noi due eravamo visti come nullafacenti per la scelta artistica».
Gino Paoli…
«Era un adorabile bugiardo, che avesse una moglie, e stavamo insieme, lo seppi da mia zia, a cui risposi: ma io mica me lo devo sposare».
Il suo senso delle radici.
«Sai che nell’armadio della terrazza della mia casa di Viareggio ho ritrovato il letto della nonna di mia nonna? Ora ci dormo io».
Depardieu è di nuovo a processo.
«Sono trascesa, Gérard è un bestione con un lato gentile. Abbiamo avuto un flirt e ci siano lasciati al momento opportuno».
Stefania, come vive il tempo che passa?
«Vorrei campare altri cent’anni per vedere cosa succede. Sono molto curiosa».