Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  settembre 06 Sabato calendario

«Volevo sposarmi in segreto, ci hanno scoperti sui social di lei». «Il primo bacio in un camerino. Da me non ha mai voluto un figlio»

Maurizio Micheli (classe 1947), Benedicta Boccoli (classe 1966): lui attore, commediografo, regista; lei attrice e showgirl. Si sono sposati il 28 agosto scorso in municipio con rito civile: un matrimonio che doveva restare segreto.
Perché avete deciso di sposarvi per ufficializzare una relazione che dura da quasi trent’anni?
Micheli: «Non avevo nessuna voglia di sposarmi, sono già stato sposato e divorziato: mio figlio Guido ha 47 anni, sono nonno di due nipoti e non avevo intenzione di cominciare una nuova vita da sposato. Non mi piace l’istituzione del matrimonio, ma Benedicta insisteva e ho ceduto. La cerimonia in municipio è durata otto minuti, niente inviti, niente festa, niente brindisi: il “viva gli sposi” alla mia età fa un po’ ridere».
Boccoli: «La proposta è partita da me. Lui, sempre cinico, prima dice lasciamo perdere, ma alla fine ha esclamato: che bella giornata abbiamo passato. Non siamo sposi ordinari, ognuno vive a casa propria, ma dare un punto fermo all’importanza del nostro vissuto era giusto, si tratta di una tutela reciproca».
Micheli: «Ha ragione Benedicta: è una tutela. Facendo i dovuti scongiuri, quando io andrò all’altro mondo, spero il più tardi possibile, avrà la reversibilità della mia pensione, che è una miseria, pur lavorando da 55 anni, ma meglio di niente...».
Va bene non fare feste eccessive, ma perché volevate mantenere tutto segreto?
M: «Volevamo, ma oggi è difficile avere segreti. Io non frequento i social, Benedicta sta su Instagram e allora è venuto fuori tutto: ha avuto tre milioni di visualizzazioni con due fotine nostre fatte col cellulare. Se avessimo dato l’esclusiva a qualche giornaletto, potevamo guadagnare qualche soldino. Invece, nemmeno un centesimo».
B: «Impossibile tenerlo segreto. Qualche giorno prima delle nozze, ho portato i nostri documenti in municipio. Da quel momento, la notizia ha cominciato a girare, io negavo, ma il mio ufficio stampa mi ha detto che non potevamo continuare a nasconderci».
Partiamo dall’inizio. Dove vi siete conosciuti?
M: «In teatro, nel 1993, interpretando la mia commedia “Cantando cantando”».
B: «Recitavamo insieme, ma ci siamo conosciuti meglio nel ristorante A Santa Lucia di Milano: gli attori si conoscono soprattutto a cena, dopo lo spettacolo».
Il primo bacio, l’anno dopo, nel camerino del Teatro Sistina, mentre eravate in scena con «Buonanotte Bettina». Era sbocciato un vero amore o era un gioco?
M: «All’inizio era un gioco: come spesso succede, all’inizio non la prendi troppo sul serio, poi nasce una relazione».
B: «Si inizia giocando, dicendo: ti bacio, poi vedo se mi piaci davvero».
Cosa vi ha affascinato vicendevolmente?
M: «Benedicta ha quasi vent’anni meno di me e ammetto: la prima cosa che mi ha affascinato, la sua giovinezza. Poi, la sua simpatia, la comune passione per il teatro...».
B: «L’esperienza artistica di Maurizio, il suo talento, la cultura e poi è un uomo spiritoso. Non avrei mai potuto essere fidanzata con un ingegnere: al suo racconto della costruzione del terzo ponte, mi sarei addormentata... che noia!».
La vostra storia è nata nel 1996, ma vi siete più volte lasciati. Perché?
M: «Più volte, direi di no. A parte le consuete liti che capitano, ci siamo lasciati per modo di dire. Qualche crisi c’è stata e magari non ci siamo sentiti per un po’. Ma ci frequentavamo, facendo lo stesso mestiere».
B: «Stare insieme da quasi trent’anni è un percorso di vita, le difficoltà ci sono state. Tuttavia, abbiamo sempre sentito il bisogno di sapere che c’eravamo l’uno per l’altra e Maurizio me lo ritrovo sempre accanto. Durante le crisi, mi telefona e dice: ciao sono il solito...».
La lite più furibonda?
M: «Domanda difficilissima: sono anziano e mi scordo le cose».
B: «Volevo avere un figlio da Maurizio, lui no. Quando è nato mio nipote, figlio di mia sorella Brigitta, mi sono arrabbiata: anch’io volevo diventare madre. Poi ho riflettuto: lo lascio e faccio un figlio con un altro? Forse, l’eterna bambina sono io, lui il mio papà».
Ma continuate a vivere in case separate...
M: «La convivenza sotto lo stesso tetto è difficilissima».
B: «Come si può vivere nella stessa casa dopo una lite? Nel nostro caso, ognuno va a casa sua. Dormire trent’anni vicino alla stessa persona? Mai!».
Ma almeno la prima notte di nozze l’avete trascorsa insieme?
M: «No, ognuno a casa propria».
B: «Lui mi ha detto categorico: la cosa che mi preoccupa di più è la prima notte di nozze», ride.
Anche in vacanza, stanze divise in hotel?
M: «Condividiamo la camera, prenderne due costerebbe il doppio. Il guaio è che mi sento condizionato: leggo molto a letto, mi addormento a tarda notte e non posso stare con la luce accesa con lei che dorme a fianco».
B: «Il mio problema è un altro: lui di notte parla mentre dorme. Giorni fa, a un certo punto ha urlato: no! no! no! Mi sono preoccupata, l’ho svegliato, chiedendogli cosa gli fosse successo. Mi ha risposto che aveva sognato di baciare il suo amico Peppe».
Il difetto peggiore dell’una e dell’altro?
M: «Mia moglie è fumantina, si inalbera, alza la voce, le dico: parla piano! E lei urla ancora di più».
B: «Mio marito si lamenta sempre: è un lamento perenne».
Gelosie amorose fra voi, per possibili tradimenti?
M: «Lo sono stato un po’ in passato, ora non più. Il tradimento dipende dalla volontà di una persona, non ha senso la gelosia».
B: «Lo sono stata moltissimo. Se in una serata conviviale arrivava una bella donna, entravo in competizione».
Una coppia collaudata anche in palcoscenico?
M: «Direi di sì. Essendo molto più vecchio, a volte Benedicta mi chiede dei consigli sul piano professionale, glieli do volentieri, non sempre mi dà retta ed è giusto così».
B: «I primi tempi, pendevo dalle sue labbra: grazie a lui ho imparato a essere un’attrice brillante. Oggi, abbiamo un rapporto paritario e una sincronia assoluta: sembriamo un’orchestrina jazz».
Andiamo su un argomento più serio. Benedicta ha avuto un tumore al seno. Come è stato vissuto da entrambi?
M: «Io tendo all’ansia, ma ho cercato di non manifestarla e di tenere allegra lei. È stata bravissima: lucida, determinata, non aveva tempo da perdere con le mie ansie».
B: «Maurizio è stato un supporto fondamentale ed è riuscito a farmi ridere persino quando stavo per essere operata».
In che modo?
B: «Cammino sempre scalza, dunque ho sempre i piedi sporchi e lui, quando stavano per trasportarmi in barella, me li ha controllati. Trovandoli, come al solito, sporchi, mi ha ordinato di lavarli, dicendo: non puoi entrare in sala operatoria con i piedi in questo stato. Me li sono lavati e ho cominciato a ridere mentre mi portavano via».
Il segreto di una relazione tanto duratura è dovuto al vivere separati?
M: «Il segreto sta nelle passioni che abbiamo in comune. Inoltre, lei ha molta cura di me, ormai è una badante: mi dice come vestire, cosa mangiare, non bere troppo, mi accompagna dal dentista, a fare le analisi...».
B: «Tra noi non c’è la distanza. Ho bisogno di raccontargli tutto quello che mi capita».
Lo sbaglio più grosso compiuto l’uno verso l’altra, di cui vi siete pentiti?
M: «Sono presuntuoso se affermo che credo di non aver fatto grossi sbagli con Benedicta? Sono una brava persona».
B: «Il mio sbaglio più grosso? Essermi sposata con lui: voglio il divorzio! – ride – No, voglio invecchiare con Maurizio».
M: «Io sono già invecchiato... spero solo di campare ancora un po’, per evitare una reversibilità della pensione a breve termine».