Corriere della Sera, 6 settembre 2025
Coluche, resuscitato dall’Ai, guida la protesta anti Macron
Il leader del movimento bloquons tout, blocchiamo tutto, che mercoledì 10 settembre minaccia di fermare la Francia – banche, negozi, autostrade, aeroporti – è morto il 19 giugno 1986 in un incidente stradale nel Sud della Francia. Eppure il comico Michel Colucci detto Coluche, padre italiano e madre francese, resuscitato in video grazie all’intelligenza artificiale, è il nume tutelare della protesta, l’uomo che su Youtube si mette il casco (quel giorno non lo aveva), si salva e quindi può presentarsi alle elezioni come aveva intenzione di fare, batte François Mitterrand, dà alla Francia il primo e unico presidente in salopette, e oggi guida la protesta erede dei gilets jaunes.
Al tempi dei gilet gialli, nel 2018, Coluche era già una delle figure di riferimento di quella rivolta contro le élite, ma l’intelligenza artificiale non esisteva ancora. Oggi, sottolinea Le Monde, lo vediamo su TikTok trasformato in un bambino (stesso trattamento riservato spesso a Trump), che pronuncia una sua celebre battuta, perfetta per il momento: «La grande differenza tra i politici e gli uccelli è che gli uccelli, qualche volta, la smettono di voler (in francese voler significa sia volare sia rubare, ndr)».
Julien Marissiaux, 43 anni, piccolo imprenditore del Nord, creatore di siti Internet, prima dell’estate ha fondato il movimento sovranista Les Essentiels che raduna no vax, fautori dell’uscita della Francia dall’Unione europea e tendenze anti-sistema assortite, e ha lanciato un po’ per caso su Telegram la data del 10 settembre come giorno della rivolta definitiva contro il potere. Da qualche centinaio di persone il movimento si è allargato e ormai la giornata del «blocchiamo tutto», nata tra i sovranisti di estrema destra, è stata recuperata dalla sinistra radicale della France insoumise di Mélenchon, che vuole trasformare il 10 settembre nella scintilla dell’insurrezione predicata ormai da anni. E anche il sindacato di sinistra Cgt, prima titubante, ha deciso di aderire al blocco, come prima tappa di una mobilitazione che dovrebbe culminare nello sciopero generale del 18 settembre.
In ogni caso, Marissiaux si fa riprendere nel salone di casa dietro alla vecchia dichiarazione di candidatura di Coluche, e nei volantini per il 10 settembre c’è il volto di Coluche, sorta di Beppe Grillo ante litteram, con il suo naso rosso da clown. Il suo avversario, il 10 settembre, stavolta in carne e ossa, sarà il ministro dell’Interno Bruno Retailleau, quanto di più lontano possa esistere dall’irrisione di Coluche, uomo tutto di un pezzo che il giorno della sua nomina a ministro proclamò senza sorridere le sue «tre priorità»: «ristabilire l’ordine, ristabilire l’ordine, ristabilire l’ordine».
Con queste premesse, mercoledì sarà una giornata di grande tensione. Si prevedono almeno 100 mila manifestanti, e Retailleau – che potrebbe agire da ministro dimissionario, se il governo sarà caduto due giorni prima, come è probabile – ha già chiesto ai prefetti di «impedire il blocco delle infrastrutture necessarie alla vita della nazione», temendo «azioni spettacolari», sia pure nel nome di Coluche.