Il Messaggero, 5 settembre 2025
Spinta all’immigrazione regolare: più semplice assumere le badanti
Da un lato, permessi speciali di soggiorno più lunghi e per i quali sarà possibile richiedere l’assegno di inclusione, Dall’altro, tempi che lievitano per le pratiche di nulla osta al ricongiungimento famigliare. Ma soprattutto una corsia preferenziale per consentire l’assunzione fuori quota di stranieri badanti e colf, con funzioni di assistenza di anziani over 80, persone disabili e non autosufficienti. È corposo il menu delle misure incluse all’interno dell’ultimo decreto Flussi varato ieri dal Consiglio dei ministri. E che, a differenza del precedente il decreto Flussi vero e proprio che ha stabilito l’ingresso di 500mila nuovi lavoratori non comunitari su base triennale interviene per snellire le procedure esistenti, introducendo nuovi meccanismi di controllo e verifica. L’obiettivo, spiegano fonti vicine al dossier, è «riuscire a coniugare il fabbisogno crescente di servizi di cura con il rafforzamento delle garanzie per i lavoratori stranieri e una gestione più ordinata e trasparente dei flussi migratori».
Con questo nuovo provvedimento, ad esempio, sarà possibile l’ingresso, al di fuori del sistema delle quote, per periodi superiori a tre mesi, di lavoratori subordinati da impiegare nel settore dell’assistenza familiare o sociosanitaria a favore di persone con disabilità o anziane. Con una postilla: per i primi 12 mesi potranno esercitare esclusivamente attività lavorative «conformi alle condizioni di ammissione». In sostanza, i cambiamenti di datore di lavoro, in questo periodo, dovranno avere l’autorizzazione preliminare da parte degli ispettorati territoriali del lavoro competenti sul territorio. Passando agli aspetti procedurali, di pari passo ai controlli di veridicità sulle dichiarazioni per l’autorizzazione all’ingresso di lavoratori stranieri, vengono introdotti iter più veloci per l’instaurazione dei singoli rapporti di lavoro subordinato: per il nulla osta, anche di quelli a carattere stagionale, i datori di lavoro potranno precompilare direttamente dei moduli di domanda tramite il portale informatico messo a disposizione dal ministero dell’Interno. Semplificazioni anche per chi si trovi in attesa del rilascio, del rinnovo o della conversione del permesso di soggiorno: anche dopo i 60 giorni dal termine previsto per la risposta, lo straniero potrà «legittimamente soggiornare nel territorio dello Stato e svolgere temporaneamente attività lavorativa», sempre nel rispetto dei limiti previsti dalla legge. Gli stranieri che vogliano richiedere il visto d’ingresso dei propri cari per motivi di famiglia dovranno, invece, attendere di più: cinque e non tre mesi. In base al ritocco inserito all’interno del provvedimento, il nulla osta per il ricongiungimento familiare di cittadini stranieri regolarmente presenti nel territorio nazionale, infatti, sarà rilasciato entro 150 giorni.
Misure ad hoc anche per coloro che beneficino di un permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale, in quanto vittime di violenze o di grave sfruttamento. Per loro la durata del permesso viene estesa da sei mesi a un anno, rinnovabile tanto per “motivi di giustizia”, che in caso di inserimento socio-lavorativo” del cittadino in questione. Che, tra l’altro, potrà beneficiare dell’assegno di inclusione. Nel calderone del nuovo decreto Flussi, infine, articoli che servono a mettere a sistema o prorogare norme già esistenti. Come quella riguardante il Tavolo operativo per la definizione di una nuova strategia di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura, istituito presso il ministero del Lavoro, e che diventerà permanente. E poi il prolungamento fino al 2027 e non più fino alla fine di questo anno della gestione dell’hotspot di Lampedusa da parte della Croce Rossa. Tutte misure, secondo l’intenzione dell’esecutivo, volte a promuovere un’immigrazione nel solco della legalità.