ilfattoquotidiano.it, 5 settembre 2025
Trieste, fermato 25enne pakistano. Accusato di attività jihadista sul web, tra armi e riferimenti al martirio
È un 25enne pakistano il ragazzo arrestato questa mattina dai Ros, insieme ai carabinieri i Trieste e alle Squadre operative di Supporto del 13° Reggimento Friuli – Venezia Giulia, in quanto gravemente di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale, addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale e istigazione a delinquere con le aggravanti dell’apologia riguardante delitti di terrorismo e di aver commesso il fatto attraverso strumenti informatici o telematici. L’indagine, chiamata ‘Medina’, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Trieste, in materia di terrorismo di matrice jihadista, nasce dal monitoraggio che i Ros effettuano, anche sul web, relativamente a soggetti potenzialmente a rischio radicalizzazione. Verosimilmente l’interrogatorio davanti al Gip del Tribunale di Trieste si terrà lunedì mattina.
Secondo le indagini, il giovane avrebbe effettuato ricerche online di materiale di ispirazione jihadista, che a sua volta rilanciava su social media dedicati attraverso numerosi profili riconducibili allo stesso indagato. “Ha riprodotto video inneggianti agli attentati terroristici di Parigi e Bruxelles”, ha puntualizzato Castaldini. Avrebbe inoltre mostrato in numerose occasioni la vicinanza ai principali gruppi della jihad globale, anche dichiarando apertamente la propria appartenenza all’organizzazione terroristica denominata Stato Islamico. Più di recente, l’interesse all’apprendimento, soprattutto sul web, di tecniche utili al confezionamento e alla fabbricazione di ordigni esplosivi artigianali, alla ricerca di armi da fuoco e a riferimenti espliciti al martirio. Sul web avrebbe interagito anche con altri soggetti, prevalentemente localizzati all’estero e con le medesime connotazioni ideologiche.
“Siamo ancora in una fase iniziale delle indagini, ci sarà un ulteriore sviluppo ma allo stato risulta il coinvolgimento di un’unica persona. In questa fase non sono emersi collegamenti con altri soggetti”. Lo ha chiarito la procuratrice capo di Trieste, Patrizia Castaldini. Il terrorismo, ha detto, è “anche composto da persone isolate, che non si integrano nel territorio in cui vivono e devono essere controllate e monitorate. E una volta identificate devono essere in qualche modo bloccate”. A oggi il 25enne “risulta l’unico coinvolto”. Inoltre “esiste in Italia un principio di presunzione di innocenza. Tutto quello che noi abbiamo è stato riscontrato, vedremo la sua versione e lo sviluppo dell’attività di indagine e se ci saranno ulteriori sviluppi anche in favore della persona”.
Entrato in Italia nel 2023 attraverso la cosiddetta Rotta Balcanica, avrebbe dichiarato false generalità e di essere minorenne. Attualmente era ospite a Trieste in una struttura di accoglienza di ICS Consorzio Italiano di Solidarietà – Ufficio Rifugiati Onlus, in un appartamento in città assieme ad altri tre connazionali. Il giovane, è stato detto durante la conferenza stampa in Procura, viveva una vita riservata, non frequentava moschee e svolgeva lavori saltuari. Inoltre, è stato spiegato, nei due anni in Italia avrebbe dimostrato disinteresse a inserirsi nel tessuto sociale e all’apprendimento della lingua italiana. Cosa che il presidente di ICS, Gianfranco Schiavone, per ora non conferma. “Non abbiamo mai avuto segnalazioni di comportamenti anomali, all’interno come fuori dalla struttura di accoglienza, né risulta che non partecipasse alle attività”, ha spiegato al Fatto. E invitando alla prudenza nella valutazione delle circostanze, ha aggiunto: “Ad ora non abbiamo elementi particolari, anche se intendo approfondire ulteriormente con gli operatori”.