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 2025  settembre 05 Venerdì calendario

Italia più attrattiva, scala 3 posizioni. Ma pesano i bassi salari, laureati in fuga

Tre posizioni guadagnate, ma ancora al sedicesimo posto. L’Italia avanza nel Global Attractiveness Index (GAI) 2025, ma resta lontana dai vertici, continuando a pagare il conto di occupazione bassa e salari tra i più deboli che frenano le prospettive di crescita futura del Paese. Ma è l’Europa intera, nel complesso, a segnare il passo con l’arretramento di Germania e Francia.
La risalita italiana, con un punteggio di 60,3, è incoraggiante ma non risolve le fragilità strutturali. Il Paese resta in coda per «orientamento al futuro»: in prospettiva ventennale è ultimo al mondo per quota di popolazione in età lavorativa, mentre salari bassi e bassa occupazione deprimono la capacità di attrarre talenti e investimenti. La Germania, con 81,4 punti, perde il secondo posto a favore della Cina, segno delle difficoltà industriali e dei costi energetici. La Francia scivola al 13° posto (era al 10°). Anche Regno Unito e Svizzera arretrano, mentre gli Stati Uniti consolidano il primato a quota 100 e la Cina si rafforza al secondo posto (87,7 punti).
Qualche numero dolente: i giovani laureati italiani sono appena il 29,2% del totale, un dato che colloca il Paese penultimo nell’Ue. Con conseguenze tangibili sull’economia: 2,5 milioni di posizioni lavorative risultano difficili da reperire con un costo stimato in 43,9 miliardi l’anno. L’Italia soffre, inoltre, una crescente fuga di capitale qualificato: negli ultimi dieci anni oltre 280.000 laureati hanno lasciato il Paese. Alla base c’è la scarsa competitività retributiva: l’Italia è l’unico Paese Ocse in cui i salari reali sono diminuiti dal 2000 al 2023 (-3,3%), e i giovani under 35 guadagnano meno della media europea pur lavorando di più. A ciò si aggiunge un cuneo fiscale tra i più elevati in Europa (45,1%), che penalizza lavoratori e imprese. Anche l’energia resta un nodo critico: il costo medio all’ingrosso è ancora significativamente superiore a quello di Francia, Germania e Spagna, con un differenziale che pesa sulla competitività delle imprese. Non sorprende perciò che anche l’indice generale del Club Economic Indicator, che misura il sentiment delle aziende italiane, a settembre sia sceso a 41,7 punti da 46,3 di giugno. Le prospettive a 6 mesi per il business salgono a 46,7, quelle sugli investimenti restano stabili a 35, mentre le aspettative sull’occupazione scendono a 16,7, oltre 10 punti in meno da inizio anno, anticipa Vittorio De Molli, managing partner e ceo di Teha Ambrosetti.
È in questo contesto che oggi si apre la 51esima edizione del Forum Ambrosetti. Per tre giorni Villa d’Este ospiterà ministri, economisti e imprenditori da oltre 25 Paesi, con la presenza di 12 governi, 5 commissari Ue e una delegazione bipartisan del Congresso Usa. L’avvio è affidato al presidente ucraino Volodymyr Zelensky (in collegamento), seguito dagli interventi, tra gli altri, di Joseph Stiglitz e Laurence Fink (in remoto). Domani i riflettori saranno sull’Europa, con un videomessaggio del presidente Sergio Mattarella e i commissari Valdis Dombrovskis e Henna Virkkunen. Domenica sarà la volta dell’Agenda per l’Italia, con il confronto tra governo e opposizioni, da Giancarlo Giorgetti a Elly Schlein, da Matteo Salvini a Giuseppe Conte. Cernobbio diventa così ancora una vola il luogo per capire come Europa e Italia possono affrontare le sfide che abbiamo davanti in un momento di grande incertezza, aumentata dal protezionismo del presidente Trump.