Corriere della Sera, 5 settembre 2025
Intervista ad Alfa
Venticinque anni festeggiati «come mai nella mia vita». Per Alfa ci sono le soddisfazioni professionali: la sua A me mi piace, insieme a Manu Chao, è stata la canzone protagonista dell’estate. Ma per Andrea De Filippi ci sono anche i bilanci personali, il vedersi crescere e prendere coscienza dei cambiamenti.
Come si sta a un quarto di secolo?
«Il 22 agosto, quando ho compiuto gli anni, è stata la prima volta in cui mi sono sentito felice che fosse il mio compleanno».
Prima non le piaceva?
«Zero. Non mi è mai piaciuta l’idea di festeggiare per una cosa di cui non avevo merito, quasi ne soffrivo. Invece ho proprio cambiato mentalità e ho fatto tre giorni di festa con i miei amici di sempre, in barca in Liguria. Ci sono persone che non vedo spesso, ad esempio il mio migliore amico vive in Belgio, e vederli scendere per me mi ha fatto sentire pieno d’amore. Sono stati tre giorni fra i più felici della mia vita».
Jerry Calà, in un’intervista al Corriere, ha detto che i giovani oggi non sanno più divertirsi e non fanno l’amore. È vero?
«Jerry Calà è una leggenda: rispetto ai suoi tempi non saprei, ma non credo sia così. Siamo più spaventati dal rifiuto, questo sì, con i social siamo più attenti all’apparenza e fatichiamo a lanciarci: è una cosa diversa dalla timidezza, proprio generazionale. Io da ragazzino ci ho lavorato tanto, la paura che una ragazza mi potesse rifiutare mi impediva di andare a parlarle. Però dai, non è vero che non facciamo l’amore. Magari per i suoi standard, ma io mi sento molto soddisfatto e i miei amici non li vedo minimamente bloccati sull’argomento».
Diceva anche di vedere gruppetti separati, maschi e femmine.
«Ma no, questo è un punto di vista super boomer, eppure lui canta spesso nelle discoteche, dovrebbe vedere le serate dei g-g-giovani! Io credo proprio che si sappiano ancora divertire, quindi visto che lui è spesso in Liguria mi piacerebbe invitarlo a fare una serata con me e i miei amici. Sono sicuro che cambierà idea».
Torniamo ai suoi 25 anni.
«È un’età strana, mi sento proprio in cambiamento fisico, mentale, di priorità. Iniziano a esserci cose che non succederanno più, ad esempio ormai non posso più vincere le Olimpiadi, non posso più giocare in serie A. Non ci avevo mai pensato».
Il riferimento al calcio è casuale?
«Giocare per il Genoa sarebbe stato bellissimo, ma ero veramente scarso. Quello dello sportivo è uno stile di vita che mi piace, ma anche quello dell’artista, che spesso viene visto come pieno di eccessi, in realtà oggi più che mai richiede metodo e impegno».
Lei non si ubriaca mai?
«Ma certo, mi ubriaco, al mio compleanno, appunto, ho fatto tre serate di fila “importanti”, mi sono divertito un botto. È che ho questa immagine di bravo ragazzo…».
Dà quell’idea, sarà la sua gentilezza.
«Ne sono orgoglioso ma anche un po’ no, perché temo a volte di essere un po’ frainteso e percepito come bidimensionale, come “il bravo ragazzo che fa musica”. Lo sento un po’ limitante, ma starà anche alle mie canzoni future dimostrare di essere un po’ più di questo, probabilmente non l’ho ancora dimostrato».
Ha anche lei dei lati oscuri?
«Sono un ragazzo normale: come tutti sbaglio, cado, faccio cazzate. A 20 anni è normale. Solo che nella musica preferisco la luce alle sfumature più scure. Però non significa che non abbia i miei difetti».
Nei momenti difficili cosa fa?
«Beh, non mi drogo, riecco il bravo ragazzo. Vado in studio, mi sfogo con la musica o mangio. Ho un rapporto un po’ difficile con il cibo, ma questo non mi rende certo un cattivo ragazzo. Però la mia normalità non dovrebbe essere così straordinaria, la maggior parte delle persone è così».
Recentemente è tornato virale il suo primo video postato su YouTube, era un bambino…
«È molto imbarazzante, se me lo trovo davanti non riesco a guardarlo, ma ho perso la password di quell’account e non lo posso togliere. Prima di trovare la musica, le ho provate tutte e quello era uno dei primi esperimenti da YouTuber, avevo il canale “Il tubo di Andrea”, mi vengono i brividi al pensiero. Ero una patatina che faceva video comici, col poster di Messi dietro: bambino starter pack. Ma è anche bello che si veda da dove sono partito».
Quando è arrivata la musica?
«Alle medie già suonavo, facevo il chitarrista in una band. Ma non pensavo di cantare, di avere una voce… Infatti adesso sono quasi ipocondriaco».
In che modo?
«Prima di un concerto, può cadere il mondo, ma non bevo. Se sento la voce un po’ bassa mi preoccupo, prendo mille medicine, ho il medico sempre pronto. Ma sono così solo sulla voce perché è una cosa da cui sento che passa il mio miglioramento fisico ed emotivo».
Ogni tanto, sui social, viene avvistato con un’ipotetica fidanzata.
«Sono single, ma mi piacerebbe un sacco innamorarmi. Durante un tour è difficile, sei sempre in giro, ma appena mi calmo un po’ mi piacerebbe trovare qualcuno».
Le candidate non mancheranno.
«Per me è stranissimo, sono sempre stato quello timido, ora il mio lavoro mi ha dato un altro tipo di percezione di me e di autostima. È tutto passato per la musica: mi ha accompagnato in queste fasi delicate dell’adolescenza, vedendomi bambino YouTuber, adolescente insicuro e ora quasi adulto, non risolto, ma sicuramente più avanti di dieci anni fa».
Sogna una famiglia?
«Sì, mi piacerebbe avere una moglie e dei figli. Adesso è presto, non sarei un buon padre per niente. Poi non so come si concili con le scelte di carriera. Di recente ho cenato con Enrico Nigiotti che ha due figli, stava per scendere a Livorno per vederli solo per nove ore. Ha detto che sono la cosa più bella che ha e non vedeva l’ora di farlo. Ho pensato “wow”».
Ha amici artisti, quindi?
«Nigio è un esempio. E anche di Irama sono molto amico, ma non parliamo tanto di musica».
Di cosa parlano Alfa e Irama?
«Parliamo un sacco di cinema, di ragazze… Ah, ovviamente io sono cresciuto con Olly, abbiamo iniziato insieme. Quando ci vediamo parliamo del Genoa o della Samp, delle persone che abbiamo conosciuto a 16 anni, conversazioni che hanno tanto di adolescenza. È uno di quei rapporti che spero durerà per sempre perché ci siamo visti prima di tutto il resto. E poi Olly è la persona più easy del mondo, una persona veramente buona».
Il 30 settembre parte il suo tour europeo, prima di tornare nei palazzetti italiani: si sta preparando?
«Non so se parlare nelle altre lingue, ci saranno anche tanti italiani, andrà bene se faccio un mix? Ho fatto qualche intervista in inglese, però, ed è difficilissimo».
Andava bene in inglese?
«Sì, ovviamente, ecco il bravo ragazzo. Andavo bene in tutte le materie, solo il latino non mi piaceva tanto. Però copiavo: lasciavamo il telefono in bagno per vedere le versioni».
Dopo i tour cosa farà?
«Vado in vacanza. Mi prendo del tempo per tutto anche perché non ho praticamente scritto quest’estate. Vorrei raccontare un percorso di crescita, le canzoni mi accompagnano e alcune sono state quasi degli oroscopi, come se avessero previsto quel che veniva dopo».
Quindi niente Sanremo?
«Non credo. Ora quando fai la canzone dell’estate automaticamente devi andare a vincere Sanremo, ma sono oggettivamente stanco e non vorrei forzare. Però se mi capita la canzone giusta è chiaro che tengo la porta aperta».