Avvenire, 4 settembre 2025
Porte chiuse a Berlino: richieste di asilo crollate
«La nostra strategia è efficace: le nostre misure su migranti e richiedenti asilo stanno funzionando». Questo il primo commento di Alexander Dobrindt, ministro degli Interni del governo di Berlino, sugli ultimi dati che confermano una stretta senza precedenti sui richiedenti asilo. Ma il ministro sta subendo le critiche di opposizione e media perché è accusato di impedire l’ingresso in Germania a centinaia di afghani, tra cui minori e bambini, che sono fuggiti in Pakistan dal regime dei taleban.
Ad agosto in Germania è stato registrato un calo dei richiedenti asilo del 60% rispetto allo stesso mese del 2024. Nell’ultimo mese 7.803 hanno presentato domanda d’asilo, rispetto alle 18.427 dell’agosto 2024. I numeri relativi a questa categoria di persone protetta da leggi internazionali sono in calo dallo scorso autunno. Secondo il ministro degli Interni, il cristiano- sociale bavarese Dobrindt, «da maggio state respinte 660 richieste di asilo e sono stati impediti in totale 12.000 ingressi illegali». Nel 2024 complessivamente, in Germania, sono state presentate 250.945 richieste d’asilo, nel 2023 erano state 351.915. Fino a luglio del 2025 i primi dati ufficiali parlano di 86.916 richieste d’asilo, un calo progressivo ed evidente che conferma l’inversione totale e radicale del governo di Berlino sulle politiche migratorie. Il rafforzamento dei controlli alle frontiere ha senza dubbio determinato la riduzione delle domande d’asilo. Ma va anche sottolineato che, dopo molti anni, secondo i dati degli uffici per l’immigrazione, non è più la Siria bensì l’Afghanistan il principale Paese di origine dei richiedenti asilo. Ma per gli afghani non è affatto semplice raggiungere la Germania. Media e Ong tedeschi da giorni raccontano la vicenda di centinaia di afghani bloccati e arrestati in Pakistan, fuggiti dal regime dei taleban. In 210 hanno già rivolto un appello al governo tedesco. In una lettera giunta anche negli uffici della tv pubblica Ard si legge: «Le nostre vite e quelle dei nostri figli sono minacciate. La paura degli attacchi dei taleban ci tiene intrappolati tra queste mura. Il pericolo costante ha causato in molti di noi problemi psicologici».
Tutti, nonostante abbiano ricevuto una promessa di ammissione e accoglienza da parte del governo tedesco, rischiano di essere estradati in Afghanistan, poiché il governo pachistano intende rimpatriare tutti i rifugiati privi di un valido status di residenza. I 210 firmatari della lettera ritengono il governo tedesco responsabile della loro sicurezza e sopravvivenza, dopo aver ricevuto promesse ufficiali di ammissione e accoglienza. «Abbiamo creduto alle vostre promesse», si legge nella lettera. Lunedì scorso dieci famiglie con bambini, dopo un lungo iter burocratico e legale, sono state trasferite dal Pakistan ad Hannover con un volo di linea organizzato dal ministero degli Esteri di Berlino. Il ministero degli Interni tedesco ha confermato che i 45 afghani avevano ottenuto il visto esclusivamente tramite procedimenti giudiziari. Tutti i 45 avevano completato la procedura di ammissione e i controlli di sicurezza richieste dalle autorità tedesche. Prima dell’arrivo delle famiglie afghane, il ministro Dobrindt ha respinto le critiche sulla lungaggine delle procedure di ammissione per i rifugiati afghani. Secondo Berlino «le procedure adottate hanno rispettato le normali misure di sicurezza, previste per entrare in Germania».