Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  settembre 04 Giovedì calendario

Torino, la vendetta (geniale) di Andrea Villa contro «Mia Moglie». Ecco i poster di «Mio Marito» (con foto dei membri del gruppo sotto accusa)

Eccoli i mariti che condividevano le foto delle loro consorti sul gruppo Facebook «Mia Moglie». La vendetta è arrivata con i manifesti del celebre street artist torinese Andrea Villa. Le immagini, accompagnate dalla scritta «Mio Marito», comparse per le strade della città, ritraggono uomini in mutande davanti allo specchio pronti a farsi una foto. Ma il dettaglio geniale è che, come dichiarato dallo stesso artista a Corriere Torino, le foto utilizzate per questo «gioco» sarebbero proprio quelle dei membri di «Mia Moglie», prese dal sito prima della sua chiusura.
«I protagonisti diventano loro: i mariti, esposti sulla pubblica piazza senza autorizzazione, con volti e contesti leggermente alterati – ha spiegato l’artista -, L’opera mette in discussione il concetto di possesso e il doppio standard sociale, ricordando il caso della maestra licenziata per la sua attività su OnlyFans: mentre le donne vengono punite e stigmatizzate, gli uomini raramente subiscono conseguenze. `Mio marito´ diventa così un atto di resistenza e di riequilibrio simbolico’».  I manifesti sono stati affissi a Torino in lungo Dora Siena 108 e corso Regina Margherita 50.

Intanto la Procura di Roma ha aperto un’indagine per revenge porn sul gruppo, che contava oltre 32 mila iscritti. Al suo interno venivano caricati scatti intimi, spesso rubati alle compagne, accompagnati da commenti sessisti. A far scattare l’inchiesta sono state le denunce delle vittime, che hanno portato la Polizia postale a occuparsi del caso. Un episodio che riaccende il dibattito sulla violenza di genere.