Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  settembre 03 Mercoledì calendario

Frank Matano: “Una gag va costruita piano, come un cuoco quando cucina il sugo”

“Fare gli scherzi è un istinto, un Dna che ho ereditato. Sono diventato popolare grazie agli scherzi telefonici e lì c’è soprattutto improvvisazione comica. Poi negli scherzi con la telecamera nascosta ci vuole tanta sfacciataggine, che nella vita di tutti i giorni non ho, mentre, quando registravo, veniva fuori. È stato quasi terapeutico”.
Frank Matano è stato uno dei primi youtuber italiani, ha riempito i suoi canali video di scherzi, telefonici e non, e il pubblico lo ha ripagato con una valanga di like. È diventato un personaggio televisivo, ha recitato in diversi film (non solo comici), è protagonista di serie e da venerdì tornerà a fare il giudice di Italia’s Got Talent.
Negli anni 60 Nanni Loy intingeva il cornetto nei cappuccini altrui, 50 anni dopo arriva lei che emette peti tra la gente.
Nanni Loy è stato un gigante, il suo Specchio segreto era un’opera neorealista, fa venire in mente i film di Fellini. Non mi permetterei di paragonarlo ai miei scherzi che sono senz’altro più pop.
Ridiamo perché godiamo del disagio della vittima?
Alcuni ridono perché vedono qualcuno alle prese con una “difficoltà” inaspettata ma quel che fa nascere la risata è la spontaneità della reazione.
Nei suoi scherzi telefonici, oltre all’audio, c’è il suo volto in primo piano…
Ho studiato negli Stati Uniti dal 2005 al 2007, proprio gli anni in cui si affermavano i primi youtuber. Quando sono tornato in Italia volevo mettere video su YouTube ed è stato naturale trasferire lì i miei scherzi. Mettevo la soggettiva del telefono che riprendeva la mia faccia e… ha funzionato molto. Però gli scherzi telefonici avevano già successo in tv con Teo Mammucari.
Quello accadeva in un programma televisivo mentre i suoi scherzi basta cercarli su YouTube.
Sì, senza contare che Mammucari si trovava in uno studio con tanta gente intorno mentre io ero solo nella mia cameretta. E chi mi guardava sentiva che poteva farli anche lui.
Nel film È tornato, con Massimo Popolizio nella parte di Benito Mussolini, ha forzato la sua indole?
No, io vivo tutto come un gioco. Nello scherzo telefonico il gioco consiste nel fingersi qualcun altro mentre nei film ti impegni per credere e far credere cose che non sono vere. È fiction.
In Lol non c’è né finzione né realtà. Che cos’è?
Un esperimento sociale e una tortura psicologica.
Deve esserci anche altro…
I comici di Lol si comportano come i cani quando si seguono per annusarsi il sedere l’un l’altro. I concorrenti cercano di sfruculiarsi e di vedere che cosa possono tirar fuori. Emerge la capacità di improvvisazione.
Che accade quando nessuno ride a una battuta?
Il comico ha un radar dentro, “avverte” le vibrazioni di coloro che lo circondano, anche se non sente ridere non vuol dire che la battuta non abbia fatto centro.
Nella prima edizione di Lol lei ha provato una battuta del personaggio di Roborto, un umanoide che non deve farsi scoprire dagli altri umani. Zero risate.
Ho chiesto di farmi la domanda: “Com’è Alexa?”. E poi ho detto: “Un tipo”. Non hanno riso però io ho “captato” che era piaciuta. Soprattutto a Elio, lo sentivo nell’aria, si divertiva. È come se in quell’attimo noi stessimo flirtando.
Dalla seconda edizione è passato a condurre accanto a Fedez che non è un comico. C’è stata sintonia?
Sì, è un ragazzo molto intelligente e ha gusto per molte cose. Era divertente vedere dove rideva lui e dove ridevo io.
Che cosa ha preso dall’universo comico americano?
Ho fatto incetta di Saturday Night Live, sono rimasto fulminato da South Park ma, soprattutto, ho scoperto che I Simpson sono la bibbia della comicità. Una puntata di South Park si chiama “I Simpson già lo hanno fatto”. Tra gli autori comici c’è questa certezza: qualsiasi idea venga in mente, è già contenuta nei Simpson.
In Una pezza di Lundini lei finge di non conoscere Topolino…
Una gag costruita piano piano, come un cuoco con il sugo. Valerio mi aveva chiamato: ‘E se tu non conoscessi Topolino?’. Ho riso subito. Dopo lo spunto vai avanti all’infinito perché c’è sempre qualcosa da inserire.
Che cosa le piace e cosa non le piace della tv attuale?
Consumo molta tv e mi piace quasi tutta. Recentemente ho amato In & Out su Sky. Di La7 apprezzo i Tg e i talk show politici, ma non gli spezzoni sulla vita di Lady Diana. Almeno una volta a settimana un’ora di speciale su Lady Diana. Per favore: basta! Abbiamo capito cos’è successo.
Com’è fare il giudice di un talent?
Molto divertente.
Pensa che poteva essere tra i giudicati?
Sì, soprattutto quando si esibiscono i comici. È un contesto difficilissimo per uno che trova, tra sé e il pubblico, quattro chiamati a giudicarlo, una cosa innaturale per chi cerca di far ridere. Però Aurora Leone, Max Angioni e Francesco Arienzo, tutti comici usciti da Italia’s Got Talent, sono quelli che hanno più successo. Il loro coraggio è stato ripagato.