il Fatto Quotidiano, 3 settembre 2025
Vaccini, offensiva FdI sulle reazioni avverse: “Pm indaghino il Cts”
Dopo le rivelazioni sull’operato del Comitato tecnico-scientifico negli anni del Covid e lo scontro sulla commissione consultiva che ha portato il ministro della Sanità Orazio Schillaci sulla graticola, Fratelli d’Italia ora prepara l’offensiva sulle conseguenze delle vaccinazioni per il coronavirus, dicono due dirigenti del partito di Giorgia Meloni a conoscenza della questione.
Un assalto che è già partito nei giorni scorsi: un dossier interno a Fratelli d’Italia, prodotto dall’ufficio studi coordinato dal sottosegretario a Palazzo Chigi Giovanbattista Fazzolari e letto dal Fatto, invoca l’intervento delle “procure” che devono fare “la loro parte per verificare l’esistenza di eventuali profili di responsabilità penale” sul Cts.
Nei prossimi giorni il partito di Giorgia Meloni inizierà una campagna comunicativa sui vaccini. Nello specifico su due questioni: in primis sulla questione delle reazioni avverse, e in particolare su quelli di Astrazeneca discussi nel 2021 dal Comitato tecnico scientifico. In secondo luogo sull’operato del Cts e sulle responsabilità politiche dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza e di alcuni scienziati, come l’allora presidente dell’Aifa Giorgio Palù.
Una mossa che rischia di creare nuove tensioni con Schillaci che il 16 agosto ha revocato le nomine del Nitag (il gruppo consultivo tecnico nazionale sui vaccini) per la scelta di due scienziati scettici sui vaccini provocando il disappunto della presidente del Consiglio Meloni. Il ministro della Salute, nominato nel 2022 in quota Fratelli d’Italia, sarebbe “blindato” dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che in questi anni si è sempre esposto pubblicamente a favore delle vaccinazioni.
Fratelli d’Italia non vuole arrivare a seguire la Lega che nei giorni scorsi, con il senatore Claudio Borghi, ha ipotizzato di riaprire la discussione sull’obbligo vaccinale modificando la legge Lorenzin del 2017, ma nemmeno scoprirsi alla sua destra lasciando al Carroccio la nicchia di elettorato no-vax alla vigilia delle elezioni regionali.
Tant’è che la prossima settimana, quando riprenderanno i lavori parlamentari, la commissione Covid presieduta dal meloniano Marco Lisei si concentrerà non solo sull’utilità del lockdown e sul green pass (come da programma) ma anche sui vaccini.
Una strategia comunicativa basata sugli articoli della Verità dei giorni scorsi che ha pubblicato i video delle riunioni riservate del Cts e i relativi verbali.
Notizie di cui si parla anche nella nota informativa interna di Fratelli d’Italia dal titolo emblematico: “L’inchiesta della Verità sulle pressioni politiche del Cts durante la pandemia Covid”. Secondo i dirigenti del partito di Meloni, dall’inchiesta giornalistica emerge “un quadro inquietante sulla gestione di quella fase della pandemia Covid e della campagna vaccinale relativa al vaccino Astrazeneca”. Importanti decisioni, accusa Fratelli d’Italia, prese “dall’allora ministro Speranza sulla base di ragioni di opportunità politica, andando contro le evidenze scientifiche”. Poi i meloniani ricordano che Palù in un fuorionda del Cts “ha ammesso di aver ricevuto pressioni dal ministero della Salute per approvare la somministrazione di alcuni vaccini anche sotto i 60 anni di età, nonostante le evidenze scientifiche suggerissero di procedere altrimenti”. L’ufficio studi di Fratelli d’Italia scrive che “si tratta di affermazioni molto gravi su cui è doveroso fare chiarezza e accertare le responsabilità politiche”. Ma i meloniani non si fermano qui: “Ci auguriamo – concludono nel dossier – che anche le procure facciano la loro parte per verificare l’esistenza di eventuali profili di responsabilità penale”.
Resta ancora da chiarire come si risolverà la questione della posizione di Schillaci. Quest’ultimo, come ha scritto ieri Il Fatto, giovedì scorso ha parlato con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, per provare a riprendersi il ministero cambiando il regolamento e per rifare alcune nomine. Schillaci però non si è ancora chiarito con la premier Meloni dopo le tensioni sulla consulta sui vaccini. I due si sono scambiati solo un veloce saluto a margine del Consiglio dei ministri: si vedranno nei prossimi giorni per un chiarimento definitivo.