lastampa.it, 3 settembre 2025
Caso Epstein, la Camera dei Rappresentanti pubblica migliaia di documenti e un video della cella
Una commissione della Camera dei Rappresentanti ha pubblicato oltre 33.000 pagine di documenti relativi all’investigazione su Jeffrey Epstein, il finanziere caduto in disgrazia ed ex amico del presidente Donald Trump.
Il Dipartimento di Giustizia aveva consegnato questi documenti ai legislatori il mese scorso.
I fascicoli includono documenti del tribunale, registri di volo e una ripresa della cella di Epstein, registrata prima della sua morte, che mostra anche un minuto mancante, assente nei video rilasciati in precedenza.
Con il ritorno del Congresso in sessione, la pubblicazione di queste pagine era attesa, anche se la maggior parte sono documenti già resi noti e che rivelano poche novità sul finanziere.
Nel frattempo, i leader repubblicani cercano, senza troppo successo, di attenuare la pressione dei democratici – e di alcuni membri del proprio partito – per una maggiore trasparenza sul caso.
Il legislatore della California Robert Garcia, il principale esponente democratico del Comitato di Vigilanza, ha dichiarato che il 97% dei documenti pubblicati martedì è già di dominio pubblico, e ha accusato i repubblicani di «coprire» Trump, fingendo trasparenza.
Epstein si è suicidato in prigione nel 2019, mentre era in attesa del processo per accuse di traffico sessuale. È stato accusato di aver trafficato decine di ragazze, alcune delle quali avevano solo quattordici anni, e di aver compiuto atti sessuali con loro.
La Commissione di Vigilanza della Camera aveva richiesto ufficialmente tutti i fascicoli, ma il Dipartimento ne ha finora consegnata solo una parte.
La volontà dei legislatori di entrambi i partiti di pubblicare questi documenti si deve al fatto che Trump, nei mesi scorsi, ha affrontato la durissima reazione della sua base di elettori MAGA, a causa della decisione del Dipartimento di Giustizia di chiudere l’indagine senza rivelare tutto ciò che era stato scoperto.
Parliamo di un presidente che, per anni, aveva fatto riferimento a un possibile insabbiamento del caso per mano dei Democratici.
Fra i maggiori responsabili di nascondere informazioni chiave, secondo il senatore democratico dell’Oregon Ron Wyden, ci sarebbe il Segretario del Tesoro Scott Bessent.
Wyden afferma che Bessent starebbe bloccando la pubblicazione di documenti che potrebbero contribuire a far luce sulle finanze di Epstein e sulla sua possibile rete di pedofili.
Dopo cinque settimane di assenza da Washington, i leader repubblicani del Congresso speravano che l’attenzione sul caso Epstein si fosse dissipata, solo per scoprire che la pressione si è invece intensificata – anche da parte degli stessi esponenti del Partito dell’Elefante.
Martedì pomeriggio, il deputato repubblicano del Kentucky, Thomas Massie, ha presentato una misura bipartisan che costringerebbe la Camera a votare se chiedere o no all’amministrazione Trump di rendere pubblico tutto il materiale investigativo su Jeffrey Epstein.
I leader repubblicani vorrebbero bloccare l’iniziativa di Massie, che è un forte critico di Trump, convincendo i membri del proprio partito a non sostenerla.
Tuttavia, se il legislatore del Kentucky riuscisse a raccogliere le firme di 218 membri della Camera – la maggioranza dell’assemblea – ciò costringerebbe a un voto sulla questione.
Per farlo, avrebbe bisogno di solo sei repubblicani disposti a unirsi ai democratici per sostenere l’iniziativa.
Se ciò avvenisse, si parlerebbe di un torto eclatante da parte del suo stesso partito a Trump e alla sua amministrazione, che è stata investita dalle critiche di alcuni dei suoi principali sostenitori per non aver mantenuto la promessa di pubblicare tutti i documenti relativi al caso di Epstein.
Il Presidente della Camera, Mike Johnson, ha criticato l’iniziativa di Massie, definendola inutile e sostenendo che non protegga sufficientemente le vittime, ma ha anche garantito che il suo partito s’impegnerà a indagare sul caso Epstein.
Anche la Casa Bianca ha espresso la sua opposizione alla misura, affermando che sostenere Massie sarebbe considerato un «atto molto ostile all’amministrazione» – una vaga minaccia che potrebbe scoraggiare altri legislatori.
Tuttavia, gli sforzi dei leader repubblicani per soffocare la mossa sembrano aver fallito per il momento. Solo poche ore dopo che Massie aveva presentato la sua petizione per la raccolta di firme, alcuni repubblicani hanno già firmato, fra cui le influenti Lauren Boebert del Colorado e Marjorie Taylor Greene della Georgia.
Con qualche altro repubblicano, un voto sulla questione diventerebbe uno scenario più che plausibile e obbligherebbe la Casa Bianca a pubblicare tutti i documenti del caso Epstein.
Che Trump lo voglia. Oppure no.