repubblica.it, 3 settembre 2025
Le due Libie si incontrano a Roma: vertice riservato fra il nipote di Dbeibah e il figlio di Haftar
A tre anni dall’incontro di Abu Dhabi fra Khalifa Haftar, leader della Cirenaica, e il premier del governo di Tripoli, Ibrahim Dbeibah, l’unico riconosciuto a livello internazionale, le due Libie sono tornate a incontrarsi a Roma. A vedersi per un meeting che non ha precedenti negli ultimi anni il nipote del premier della Tripolitania, Ibrahim Dbeibah, e il figlio del generale, Saddam Haftar, erede designato. Il meeting riservatissimo si è svolto nella tarda mattinata di ieri, 2 settembre.
Entrambi hanno visto sempre a Roma anche l’inviato di Trump, Massad Boulos, che successivamente, stamattina, ha incontrato il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani. Funzionari italiani hanno avuto contatti con entrambe le delegazioni di Tripoli e Cirenaica.
La mediazione di Qatar e Usa
Obiettivo dell’incontro: arrivare rapidamente a una de-escalation a Tripoli dove ormai da settimane la tensione è alle stelle. La regia però non sarebbe italiana: a mediare fra le due Libie sarebbero stati Qatar e Stati Uniti, che nell’area temono l’apertura di un altro fronte di conflitto. Assai plausibile, alla luce della situazione sul terreno. La campagna di Dbeibah contro le milizie che fino a qualche tempo fa facevano parte dell’apparato di sicurezza del governo libico si è arenata. La Rada e la polizia giudiziaria di Almasri, ancora a piede libero a dispetto dell’inchiesta che anche la procura generale libica avrebbe aperto su di lui, continuano a controllare ampi settori di Tripoli, infrastrutture strategiche e si sarebbero allargati anche nella zona di Zawyia, anche con il supporto di pezzi del Ssa, lo Stability support apparatus, sciolto dopo l’omicidio del suo leader storico, Al Kikli.
E adesso il governo Dbeibah sembra intenzionato a usare la mano dura. Da giorni Tripoli è teatro di scontri fra le forze filogovernative e gruppi armati, con un’escalation di tensione che ha spinto anche l’Unsmil, la missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia, a lanciare l’allarme. “Una ripresa del conflitto avrebbe conseguenze devastanti”, ha aggiunto, invitando urgentemente “tutti gli attori a cessare qualsiasi preparazione che possa portare alla violenza”.
Il 21 agosto, il capo dell’Unsmil, Hanna Tetteh, ha proposto una tabella di marcia per l’organizzazione delle elezioni e l’unificazione delle istituzioni in Libia. Ma l’obiettivo sembra ancora lontano.
La questione è stata al centro del faccia a faccia fra il ministro Tajani e l’inviato speciale Usa per l’Africa, Boulos. Tajani – fanno sapere fonti governative – ha confermato l’importanza strategica della Libia per la sicurezza europea ed internazionale e confermato la volontà di consolidare la cooperazione con i Paesi di partenza e di transito del Nord Africa e del Sahel “per combattere la migrazione irregolare e la tratta di esseri umani”. Esprimendo sostegno per la roadmap presentata al Consiglio di sicurezza dalla Rappresentante speciale delle Nazioni Unite Tetteh, Tajani e Boulos hanno concordato di incontrarsi a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu di settembre.