corriere.it, 3 settembre 2025
Siti incel italiani: sono decine. Chi c’è dietro e come fanno soldi sull’odio contro le donne
L’Autorità garante della Privacy e la Polizia postale esortano a segnalare i siti sessisti, perché alimentano la violenza di genere e gli istinti peggiori. All’Autorità non sarà sfuggito lo studio pubblicato nel 2021 dalla Commissione europea, dove un network di esperti, il Radicalisation Awareness Network (Ran) analizza la più grande comunità online di incel. «Incel» sta per «celibi involontari», in sostanza si tratta di una ampia comunità che raggruppa uomini che disprezzano le donne. La Commissione lancia l’allarme: su questi siti si celebra la violenza sulle donne, rischio istigazione al suicidio ed esaltazione di stragi compiute da incel. Un rischio acuito dal fatto che sono anche un polo di attrazione per soggetti fragili. I primi studi psichiatrici sul fenomeno sostengono che i frequentatori di questi siti soffrono spesso di sintomi depressivi e ansiosi, di insicurezze e paure di rimanere single. Hanno «problemi significativi relativi al loro benessere mentale, sociale e relazionale» e proprio per questo cercano supporto «in forum che spesso presentano contenuti misogini e violenti». Dall’analisi svolta per conto dell’Ue, emerge che tra gli utenti più attivi in Europa ci sono anche gli italiani. I loro commenti spesso ruotano intorno a due assunti: l’usanza di «trattare le donne come principesse» le spinge a cercare uomini facoltosi; ci sono troppi rifugiati e questo aumenta il rischio che le donne siano sedotte da loro. Ma chi sono gli amministratori di queste piattaforme che hanno trovato il modo di lucrare su devianze e fragilità?
Gli «incel» navigano in una galassia di comunità definita «manosfera», spuntata a partire dalla fine degli anni Novanta, le cui teorie si concentrano sulla negazione del patriarcato, il riscatto del maschio oppresso e l’antifemminismo. Dentro c’è un po’ di tutto: artisti del rimorchio (quelli che «ti insegno io come manipolare la psiche femminile per portarti a letto chi vuoi»); gli attivisti per i diritti maschili convinti che i veri discriminati siano gli uomini stritolati da un sistema che iper-tutela l’altro sesso; e gli incel, cioè i maschi frustrati dal non trovare una fidanzata perché – dicono – sono brutti e le donne (definite «NP», cioè «non persone») vogliono solo partner ricchi o belli.
I nomi di questi siti, forum e blog non li citeremo, proprio per non portare alcun clic (anche solo per curiosità). Ce n’è uno fondato ormai vent’anni fa, dal russo Anton Rosanov che spiega: «Le donne hanno sviluppato una serie di tecniche di manipolazione mentale per avere il controllo della relazione e dell’altra persona, e raggiungere i loro obiettivi». Il sito conta 45mila iscritti, ai quali Anton e il suo socio Antonio Rizza propongono i prodotti della loro «Ar2Group», società con sede a Riccione ma registrata in Lettonia. Si tratta di libri come «La guida definitiva su come rimorchiare» (137 euro), webinar su come sedurre 7 donne in 7 giorni (197 euro), o corsi per diventare uomini attraenti (1.497 euro). Con 1.197 euro «assumi» entrambi come personal coach.
Un forum per incel è amministrato da un milanese che si fa chiamare Anakin e che non ha problemi ad ammettere: «Molti utenti hanno una base di problemi psicologici, traumi, sfortune, famiglie disfunzionali, problemi di tutti i tipi». A tutti loro chiede donazioni, e con 20 euro diventi «utente premium» con accesso a contenuti speciali. I siti per Incel sono decine e sembrano autonomi, ma in realtà si tratta di una rete che spesso condivide autori e amministratori. Uno dei più frequentati, pubblica un articolo dal titolo «Il privilegio dello stupro» nel quale si legge che «l’eventualità, rara, di subire uno stupro ripaga quotidianamente la donna con tutta una serie di vantaggi che un uomo si può solo sognare. Per dirla in termini finanziari, c’è un rapporto rischio-ricompensa molto favorevole, che rende l’essere donna un ottimo investimento». Il sito ha una pagina Facebook con 16mila iscritti, ai quali vengono proposti anche gli articoli di Diego Moro, che gestisce un blog con un migliaio di iscritti dove scrive che «le donne, per loro stessa natura, sono esseri deputati alla sopravvivenza tramite inganno, raggiro e menzogne». Il blog di Moro a sua volta condivide il «Manifesto degli Incel Italiani» (dove si «disconosce la teoria del patriarcato») composto e pubblicato da un altro forum che conta quasi un milione di visitatori. Tra gli amministratori di quest’ultimo c’è l’influencer che si fa chiamare «Prete Rosso», che ha pure un canale Youtube dove spiega che «le donne sono meno assertive e forti, e quindi è normale che non raggiungano posizioni di potere». Per arginare la ferocia dei commenti ha messo un codice di comportamento: vietato scrivere di volersi suicidare o istigare al suicidio; vietato scrivere di voler compiere stragi o istigare a compierne (bontà sua). Prova a monetizzare chiedendo offerte ai suoi follower.
Oltre al Prete Rosso, tra gli amministratori del forum c’è Claudio Accardi che nel 2020 sul primo dei due siti fondati da Davide Stasi (ancora online sebbene l’attività sia stata sospesa per le troppe segnalazioni), scriveva: «L’omicidio del giovane Willy a Colleferro, la colpa è del femminismo». Sull’altro sito riconducibile a Stasi, ai frequentatori vengono chieste donazioni fino a 500 euro e segnalate le uscite dei libri scritti dal fondatore e in vendita su Amazon. I titoli: «Come e perché la guerra tra i sessi inquina la vita»; «Violenza sulle donne: le anti-statistiche»; «Stalking: anomalia di un reato di percezione». Quest’anno, Stasi è stato anche protagonista di una raccolta fondi tra incel e influencer per sostenerlo nelle spese legali: alcune donne si sono sentite offese dai contenuti dei suoi siti e lo hanno querelato. Ben sette le denunce, e finora quasi tutte archiviate.
Davide Stasi, 51 anni, genovese, è considerato un esperto in materia. Il 20 giugno 2022, si riunisce la Commissione giustizia del Senato per discutere dell’opportunità di una legge (il Ddl 2530) per arginare la violenza contro le donne, e la Lega lo invita a portare un «contributo» ai nostri parlamentari. Viene presentato ai commissari come «autore, blogger e analista sociale». Nell’audizione Stasi spiega che una legge sugli abusi domestici «non è necessaria» perché in realtà «non c’è alcuna emergenza» visto che quasi sempre «sono false accuse (…) gonfiate ad arte». Al contrario: norme costruite ad hoc per tutelare le donne dalla violenza maschile «suonano come un’istigazione istituzionale alla persecuzione giudiziaria di ogni cittadino di sesso maschile, manca solo l’obbligo di appuntarsi sul bavero le lettere scarlatte “MT”, di maschio tossico». Nulla di strano: Stasi è un antifemminista dichiarato e queste tesi le ha sempre sostenute negli articoli che pubblica sui siti, dove tiene un opinabile conteggio dei falsi femminicidi.
Sui molti siti, blog e forum online compaiono banner pubblicitari: a incassare possono essere direttamente i gestori ma più spesso a guadagnarci davvero sono le piattaforme che li ospitano. Abbiamo chiesto a Mgid, uno dei concessionari che lavora su ForumFree (la piattaforma italiana che fa «girare» diversi forum a tema incel) quanto costa una campagna pubblicitaria. Risposta: l’investimento iniziale è di circa mille euro.
Quando la Commissione europea scrive che «le comunità incel online rappresentano un rischio per la salute e la sicurezza pubblica», purtroppo non eccede in allarmismo. Lo scorso luglio la Procura nazionale antiterrorismo francese (Pnat) ha arrestato un 18enne in un liceo di Sanin-Etienne. Il ragazzo, che ha dichiarato di identificarsi con il movimento incel, aveva con sé due coltelli e una lista di quattro ragazze della sua classe che progettava di uccidere. In Italia gli investigatori hanno esplicitamente collegato a questo fenomeno il 26enne neonazista Andrea Cavalleri, che nel dicembre 2024 in tribunale a Genova ha patteggiato 7 mesi di reclusione per istigazione a delinquere sulla base dell’odio razziale. Il suo arresto risale al 2021. Se la prendeva con neri ed ebrei, ma nelle chat intercettate dalla Digos si autodefiniva incel e millantava di voler fare «una strage uccidendo più donne possibile» perché, vista l’impossibilità di avere una relazione, «è meglio morire con onore piuttosto che vivere una vita da soli».