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 2025  settembre 02 Martedì calendario

Sono 1,8 milioni le famiglie che impiegano colf, badanti o tate

Il welfare italiano poggia su fondamenta invisibili: 1,8 milioni di famiglie che si fanno carico di colf, badanti e baby sitter. Di queste, circa 900 mila gestiscono rapporti regolari e contrattualizzati, ma altrettante – si stimano altre 900mila – ricorrono al lavoro irregolare, alimentando il sommerso che continua a segnare il settore domestico.
Sono i dati dell’Osservatorio di Domina, l’associazione nazionale delle famiglie datori di lavoro domestico, elaborati su base Inps. I numeri dell’osservatorio mostrano un paradosso: da un lato le famiglie suppliscono alle carenze dello Stato, dall’altro il sistema resta permeato da informalità. Secondo i dati Inps, i datori di lavoro nel 2024 continuano a diminuire, registrando 16mila unità in meno rispetto all’anno precedente (-1,7%).
«Come per i lavoratori domestici – nota Domina –, il calo è dovuto probabilmente ad un assestamento del dato dopo gli aumenti del 2020 e del 2021, riconducibili principalmente alle misure di contenimento della pandemia: infatti, nel periodo 2019-2021 il numero di datori di lavoro domestico era aumentato del 14,4%, mentre nel periodo 2021-2024 ha registrato una diminuzione del 13,8%». Osservando i dati dei datori di lavoro per fascia d’età, circa il 37,9% ha almeno 80 anni, mentre il 28,5% ha meno di 60 anni. In linea generale si può ipotizzare che la fascia meno anziana sia caratterizzata prevalentemente da rapporti di colf o baby sitter, mentre la più anziana da rapporti di badante, anche se – è bene ricordarlo – non sempre il datore di lavoro coincide con il beneficiario della prestazione (è possibile, ad esempio, che il datore di lavoro di una badante sia il figlio di una persona anziana).