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 2025  settembre 02 Martedì calendario

Le chat horror con l’avatar dei killer Meta chiude i canali: «Violata la policy»

Meta chiude il sipario sui chatbot più inquietanti di Instagram. Quelli che permettevano di chattare con avatar dei serial killer dal Mostro di Firenze, a Filippo Turetta fino a Massimo Bossetti non sono più accessibili: da ieri non è più possibile inviare messaggi o chiedere consigli a quei cloni criminali che avevano catturato la curiosità morbosa di migliaia di utenti. Solo con il Mostro di Firenze erano state registrate 1.294 conversazioni, con Turetta 57.908 chat, e con Bossetti 57.591.
La società americana ha confermato: la rimozione è avvenuta in seguito alla nostra segnalazione, dopo un’indagine interna avviata proprio per verificare violazioni simili a casi precedenti denunciati a livello internazionale. «Questi personaggi basati sull’intelligenza artificiale sono stati creati dagli utenti e hanno violato le Policy di Meta AI Studio, e per questo li abbiamo rimossi dalla piattaforma. Continuiamo a lavorare per migliorare i nostri prodotti, affinando il nostro approccio all’applicazione delle nostre policy mentre ci adattiamo alle nuove tecnologie. Gli utenti possono segnalare i personaggi IA che sospettano possano violare le nostre regole e prenderemo i provvedimenti necessari», ha dichiarato un portavoce di Meta. L’infrazione? “Impersonation”, ovvero l’imitazione di persone reali senza autorizzazione: una pratica vietata e pericolosa che riproduce il pensiero, il modo di rispondere e il comportamento di una persona, soprattutto quando si tratta di criminali noti. Meta conferma che adesso i chatbot incriminati non esistono più, ma l’azienda invita a segnalare ogni abuso tramite l’opzione “Finge di essere qualcun altro”.
E non è l’unica novità: proprio oggi l’azienda di Zuckerberg aggiorna i chatbot per tutelare gli adolescenti negli Stati Uniti. Gli avatar IA non potranno più affrontare con i minori temi sensibili come autolesionismo, suicidio, disturbi alimentari o conversazioni sentimentali. L’obiettivo è chiaro: proteggere i più giovani. «Con la crescita della nostra comunità e l’evoluzione della tecnologia, continuiamo a scoprire come i giovani interagiscono con questi strumenti e a rafforzare di conseguenza le nostre protezioni», spiega Stephanie Otway, portavoce di Meta. «Limitiamo per ora l’accesso a un gruppo selezionato di personaggi IA». La decisione segue le polemiche scatenate da un rapporto investigativo di Reuters, che aveva evidenziato come in passato questi assistenti virtuali potessero interagire con minorenni su argomenti sessuali, e aveva acceso l’attenzione del Senato USA e di una coalizione di 44 procuratori generali statali. Meta ha ammesso l’errore, aggiornando le policy e rafforzando le protezioni.