il Fatto Quotidiano, 2 settembre 2025
Detrazioni sui libri, l’ideona di Valditara fa felici pure i B.
Con quello che pare il classico uovo di Colombo, Giuseppe Valditara sembra voler far felici tutti – o quasi – : insieme a bonus, sussidi e altre misure per aiutare la famiglie alle prese con il costo dell’istruzione per i figli, il ministro dell’Istruzione propone di inserire nella prossima legge di Bilancio una detrazione del 19% sull’acquisto di libri scolastici. L’idea è allo studio del governo e sarebbe applicabile a tutte le scuole, dall’infanzia alle superiori. A gioire sono soprattutto gli editori e su tutti la Mondadori della famiglia Berlusconi che da sola vale un terzo del mercato italiano dell’editoria scolastica e che sulle edizioni per le scuole, anche grazie alle recenti acquisizioni di case concorrenti, costruisce un quarto del suo fatturato.
La misura piace a chi stampa i libri perché vi vede la possibilità di limitare il ricorso ai testi usati che molte famiglie scelgono per risparmiare in media, secondo Federconsumatori, il 29% rispetto ai testi nuovi. Così i mercatini e le catene di edizioni di seconda mano valgono un terzo del mercato dell’editoria scolastica, che ha un giro d’affari di circa 600 milioni. Mercato sul quale Mondadori è il principale player, con una quota del 32% che secondo gli analisti di Equita Sim vale un quarto dei ricavi consolidati, ovvero 230 milioni circa sui 935 del fatturato realizzato l’anno scorso. Se il governo torna a proporre tasse sulle banche, con FI contraria per non turbare i dividendi che i Berlusconi ricevono da Mediolanum, dall’altro con questa misura potrebbe proporre il classico ramoscello d’ulivo.
Le cifre, però, restano ballerine. Secondo l’Osservatorio nazionale Federconsumatori. Quest’anno i libri di testo obbligatori (ma l’associazione inserisce anche due dizionari) costeranno in media per ogni studente 537,10 euro. Onf calcola però che la spesa sia calata del 9,2% rispetto al 2024. Di tutt’altro avviso l’Associazione italiana editori, secondo la quale nel 2025 la spesa media per i libri è stata di appena 190 euro l’anno nelle scuole secondarie di primo grado, 279 euro nei licei, 241 negli istituti tecnici, 167 negli istituti professionali, con una variazione rispetto al 2024 (listino su listino) dell’1,7% per le scuole medie inferiori e dell’1,8% per le secondarie di secondo grado. Tanto che Giorgio Riva, presidente del gruppo educativo di Aie, ritiene “fuorviante, come è successo nell’ultimo mese, formulare analisi e lanciare allarmi sulla base di dati aggregati, e non verificati, dove la spesa per i testi scolastici viene annegata in un calderone che comprende anche zaini, quaderni, e molto altro ancora”. Mentre secondo gli editori, da maggio 2021 a maggio 2024 l’inflazione cumulata è stata del 14,7%, i prezzi dei libri di testo sono cresciuti “solo” della metà: +7,5% per la scuola secondaria di primo grado e +8,2% per la scuola secondaria di secondo grado. “Le imprese non possono farsi carico di garantire il diritto allo studio per tutti gli studenti. È necessario un intervento pubblico lungo due direttive: la detrazione delle spese per l’acquisto a favore di tutte le famiglie e maggiore razionalizzazione degli aiuti a quelle in povertà assoluta”.
Ma l’idea di Valditara non sarebbe la panacea al problema del costo dell’istruzione: l’agevolazione prevederebbe limitazioni legate all’Isee e tetti massimi di spesa detraibile. Sicuramente l’annuncio piace a Meloni che può parlare di nuovi sostegni alle famiglie. Resta da scoprire se la proposta si concretizzerà davvero e come sarà finanziata dal governo, ma anche cosa andrà eventualmente a integrare e sostituire, specie sul fronte del tetto massimo. Perché tra le spese oggi potenzialmente detraibili ricadono già quelle per tasse di iscrizione e frequenza, gite, scuolabus, mensa, corsi e laboratori di lingue, teatro e musica. Se la detrazione per i testi scolastici si sommasse a quelle sulle spese per queste voci, con tetti massimi invariati, per le famiglie più in difficoltà non costituirebbe di certo un grande miglioramento.