Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  settembre 02 Martedì calendario

La notte della taranta

Ci vorrebbe un enigmista, o uno psichiatra, per spiegare il caso Puglia. Un anno fa la destra tentò la spallata elettorale con la minaccia di commissariare per mafia il Comune di Bari, allora guidato da Decaro, senza alcun presupposto: un autogol che favorì Decaro. Poi, fra Comune e Regione, furono indagati vari trasformisti di destra che Decaro e il suo predecessore Emiliano passato in Regione avevano reclutato proprio per i motivi oggetto delle inchieste: i voti di scambio (anche comprati a 50 euro l’uno). Decaro, scaduto il secondo mandato, traslocò in Europa con 495.774 voti, il suo braccio destro Leccese andò al Comune e la destra continuò a non toccare palla. Tant’è che, ora che si vota per la Regione, non trova un candidato a perdere. Ma mai disperare, se c’è di mezzo il Pd dei buoni a nulla capaci di tutto: persino di perdere un’elezione già vinta anche se nessun altro si presentasse. Decaro, dopo un anno a Bruxelles, si candida a succedere a Emiliano. Che, dopo due mandati da presidente, si candida a consigliere regionale. Il fido capogruppo Boccia e la segretaria Schlein sono con lui.
Siccome l’appetito vien mangiando, l’ex presidente Vendola (due mandati fino a dieci anni fa) annuncia che farà lo stesso con Avs. E pazienza se è stato condannato a 3 anni e mezzo per concussione nel processo Ilva “Ambiente svenduto”, poi annullato per ripartire da zero a Potenza e lì riposare in pace per prescrizione. Processo nato dalle denunce del verde Bonelli, che plaudì alle condanne e accusò Vendola di “delegittimare la magistratura come fa la destra sul processo a Salvini”. Vendola tuonò contro i “piccoli avvoltoi che usano cinicamente la Puglia per costruire fortune elettorali” e nel 2018 fece saltare a Bonelli la candidatura alle Politiche perché “semina odio e menzogne con violenza e volgarità e vuol portare Taranto alla guerra civile”. Bonelli tornò in Parlamento nel ’22 in duo con Fratoianni, già assessore e coimputato di Vendola (accuse prescritte). E ora difende Vendola dai “veti del Pd”, che in realtà non può imporne in casa d’altri visto che non ne mette in casa propria. Così Decaro medita di restarsene a Bruxelles perché non gli levano dai piedi Emiliano&Vendola e non vuole altri galli nel pollaio: tre sistemi di potere di centrosinistra in una sola Regione sono troppi anche per un ras delle preferenze come lui. In questo stallo messicano tutto interno alla “sinistra”, sarebbe bello sapere perché la Schlein tace. Non sa cosa dire? Sostiene Emiliano per logorare Decaro nelle sue ambizioni da leader? Ha un formidabile piano B che nessuno conosce? Sia come sia, gli elettori assistono increduli a quest’infinita notte della taranta. E, sanità regionale permettendo, attendono l’arrivo dell’ambulanza.