La Stampa, 2 settembre 2025
Gattuso e gli stranieri "Troppi, vorrei vedere più italiani in Serie A"
Non è un segnale, ora è proprio un’emergenza. Il ciclo azzurro di Gattuso si apre con un’altra infornata di stranieri in Serie A: non solo sul campo, dove nel weekend appena concluso si è registrato il record assoluto del 69,12% (253 sui 366 calciatori già utilizzati dalle 20 squadre) dopo il 68,9% della prima giornata, ma anche sul mercato con tante operazioni last minute che faranno diminuire ulteriormente la quota di italiani. Un bel guaio per il nuovo ct della Nazionale, che ieri ha inaugurato la sua missione con il primo allenamento a Coverciano in vista delle cruciali sfide di qualificazione mondiale contro Estonia (venerdì a Bergamo) e Israele (lunedì in Ungheria). «Giocano pochi italiani e lo dimostra il record negativo al debutto con meno di cento in campo – commenta Gattuso -: ora dobbiamo tirare fuori il meglio da chi abbiamo. Mi auguro, però, di vedere più italiani in Serie A...».
Un appello che rischia di cadere nel vuoto, visto come in questi anni la politica dei nostri club ha puntato decisamente sull’estero dove i giocatori sono pronti subito e costano meno. A pagare il prezzo più alto, però, è stata la Nazionale con due mancate qualificazioni Mondiali e la terza a forte rischio. «Siamo questi – prova a sdrammatizzare Gattuso -, ma non siamo messi male. L’Italia è una squadra di valore e i ragazzi hanno qualità. Poi abbiamo anche giocatori all’estero: c’è Leoni che va in Premier con una valutazione importante, c’è Raspadori in Spagna e altri in campionati di livello». La nuova Italia per un quarto (7 su 28) è composta da espatriati, a partire dal capitano Donnarumma passato dal Psg al Manchester City proprio mentre era nel ritiro azzurro, ma poter contare solo sul 31% di italiani in Serie A complica tantissimo il lavoro del ct. «Questo dato deve farci riflettere – disse lui stesso a metà giugno dopo aver ereditato la Nazionale dall’esonerato Spalletti -: a livello di settore giovanile è stato fatto un grande lavoro, ma poi dopo l’Under 19 i calciatori si perdono un po’... Dobbiamo dare spazio ai giovani».
Lui il suo contributo l’ha subito dato, convocando 3 talenti in erba: Fabbian, Leoni e Pio Esposito. L’attaccante interista ha debuttato in Serie A subito dopo la convocazione di venerdì e a poche ore dallo sbarco a Coverciano. «Sono ragazzi, ma hanno quella sfacciataggine di giocare già da grandi. Non hanno paura – spiega il ct – e questo mi colpisce. Non ho regalato nulla e non porto i giovani perché è una moda, ma perché servono». I tre sono stati subito coinvolti in un allenamento ad alta intensità, con “Ringhio” già scatenato a guidarli («Sono carico a molla»), mentre la Nazionale ripartirà da una difesa a quattro con un possibile 4-3-3 o 4-2-3-1 come schema di riferimento. «Vediamo in poco tempo di mettere la squadra nelle migliori condizioni – sospira il ct – e di stare bene insieme. Questi giocatori non sono abituati a vivere 7-8 giorni in ritiro: non bisogna assillarli parlando solo di calcio e tattica, ma poche cose e giuste». Il cambio di passo rispetto all’era Spalletti è evidente e l’altro segnale sono gli infortunati che restano in Nazionale (vedi Scamacca). Se solo la Serie A tornasse a credere nel Made in Italy...