Il Messaggero, 1 settembre 2025
Telefonini ad alto volume all’estero fioccano le multe
Si riconosce non dall’aspetto ma dal suono. È il passeggero maleducato che decide che il vagone intero debba ascoltare le sue playlist di Spotify, i suoi video di TikTok o la partita del Liverpool. Si chiama “sodcaster” fusione tra podcasting e sod parola che in gergo significa “odioso, maleducato, insopportabile”. Un termine ben preciso ideato a Londra per definire quell’individuo che ascolta musica a tutto volume nei mezzi di trasporto. Di questi personaggi il mondo è pieno, ma da qualche settimana Transport for London l’autorità che gestisce metro, bus e tram della capitale ha deciso di affrontarli con l’arma più britannica possibile: la gentilezza. Poster colorati sulla Elizabeth Line, messaggi su Instagram, slogan dal tono educato: «Per favore, usate le cuffie. Grazie». Nessuna minaccia, nessun ispettore con blocchetto delle multe pronto all’agguato. Solo un invito alla cortesia. Un approccio civile in una città che ogni giorno vede oltre 3,9 milioni di passeggeri stiparsi nella metropolitana. E i numeri spiegano bene perché. Secondo un sondaggio commissionato proprio dall’azienda dei trasporti pubblici di Londra, 7 londinesi su 10 dichiarano di trovare «fastidioso o stressante» l’audio diffuso dagli altoparlanti dei cellulari. Non si tratta solo di irritazione momentanea: per chi soffre di disturbi sensoriali, come le persone nello spettro autistico, il rumore improvviso può rendere il viaggio un ostacolo insormontabile.
E qui il punto: il sodcasting non è solo una questione di volume, ma di invasione. Un’invasione invisibile ma pervasiva, capace di trasformare un tragitto di venti minuti in un supplizio. L’unica cosa peggiore dell’essere schiavi del proprio dispositivo è doverlo diventare di quello degli altri. Emma Strain, direttrice clienti di TfL, lo ha detto con chiarezza: «Si tratta di far riflettere le persone, di invitarle a essere più attente». Spesso infatti i sodcaster non si rendono conto del disturbo e basta un richiamo gentile per far abbassare il volume. Ma attenzione: le sanzioni esistono già, anche se raramente applicate. Fino a 1.000 sterline per chi insiste a trasformare la metropolitana in una discoteca sotterranea. Nel 2023 un passeggero sulla Jubilee Line si è visto recapitare una multa da oltre 300 sterline. Ma si tratta di eccezioni, non della regola. L’applicazione della legge, ha chiarito la compagnia di trasporti, resta “l’ultima risorsa”. L’esperto di galateo e direttore della scuola di bon ton The English Manner, William Hanson, ha definito la campagna «decisamente british»: discreta, educata, quasi impercettibile. Il problema, aggiunge, è che per notare i poster bisognerebbe alzare lo sguardo dal proprio schermo. E qui sta l’ironia: il richiamo alle cuffie rischia di essere ignorato proprio da chi è più assorbito dal suo device. Il lancio non è casuale. Arriva mentre la copertura 4G e 5G si estende nei tunnel della metropolitana londinese. Più connessione significa più streaming, più notifiche, più rumore. Una benedizione per chi lavora in viaggio, ma un tormento per chi considerava quei minuti sotterranei un ultimo rifugio acustico. L’azienda di trasporti londinese lo ha messo nero su bianco: «anche un piccolo numero di passeggeri senza cuffie può rendere l’ambiente stressante». Curiosamente, la battaglia contro il “sodcasting” ha unito i politici britannici. I Liberal Democratici hanno proposto multe immediate e una campagna nazionale. I Conservatori hanno parlato di «uno dei peggiori comportamenti antisociali» e spingono per un giro di vite legislativo.
In altre parti del mondo però la musica cambia, letteralmente. A Toronto in Canada, chi osa alzare troppo il volume senza cuffie rischia fino a 235 dollari canadesi. A Dublino, l’equivalente irlandese di Trenitalia, Irish Rail, ha codificato il “bare beating” (così chiamano lì il sodcasting) tra i comportamenti ufficialmente sanzionabili: 100 euro di multa per chi diffonde audio a tutto volume. Nello stesso pacchetto rientrano piedi sui sedili, sigarette elettroniche e bagagli abbandonati. Non solo, l’Irish Rail ha istituito persino le “silent coaches”, carrozze silenziose. Anche a Nantes, in Francia, un uomo è stato multato 200 euro per una telefonata in vivavoce in stazione. Le regole della SNCF, la compagnia ferroviaria nazionale francese, esistono dal 1984, quando già si vietava l’uso molesto di grammofoni e televisori. Oggi la norma si aggiorna, ma il principio resta: il rumore altrui non è mai un diritto. Così il pendolare moderno ha davanti due strade: alzare il volume e rischiare la multa oppure imparare l’arte suprema del galateo in metropolitana.