il Fatto Quotidiano, 1 settembre 2025
Buoni pasto. Da oggi la stretta: c’è il tetto massimo alle commissioni
A partire da oggi dovrebbe essere molto più facile riuscire a usare i buoni pasto anche nei bar e nei ristoranti: entra, infatti, in vigore il tetto massimo del 5% sulle commissioni per i ticket. Una sforbiciata che garantirà un deciso risparmio per chi li accetta. Un limite, quest’ultimo, noto da sempre ai quasi tre milioni di lavoratori che utilizzano questo benefit e che per anni si sono sentiti ripetere da ristoratori e baristi che per loro era impossibile prendere i buoni pasto a causa delle spese troppo alte da sostenere. La storia è nota.
A prevedere il cambio di passo che avverrà da oggi è una norma inserita nell’articolo 36 del ddl Concorrenza, approvato nel dicembre 2024, che ha cambiato le norme che regolano questi ticket con un compromesso raggiunto tra Fratelli d’Italia e Forza Italia, estendendo al settore privato una norma già in atto nel pubblico. I meloniani, che hanno portato avanti le istanze della grande distribuzione, hanno imposto un tetto del 5% alle commissioni che i fornitori di ticket possono applicare a ristoranti, bar e supermercati, mentre gli azzurri hanno ottenuto più tempo per la completa applicazione. In particolare, per i buoni già emessi rimarranno valide le vecchie commissioni fino a fine anno; dal 2026 saranno per tutti al 5%.
Parliamo di un mercato, quello dei buoni pasto nel settore privato (che sostituiscono la mensa aziendale) dove a spartirsi una torta da 3 miliardi di euro sono un grappolo di giganti stranieri che emettono i ticket e sottoscrivono accordi con bar, ristoranti e grande distribuzione per rivenderli a circa 300 mila imprese.
Ed ora, anche se concretamente non cambia nulla per i lavoratori, la differenza sul campo dovrebbe essere notevole vista la maggiore uniformità nell’accettazione. Il nuovo tetto significa, infatti, una vittoria per la grande distribuzione: omologa la percentuale a quella del settore privato (qui il mercato vale 1 miliardo sui 3 totali, incluso il settore pubblico) e consente a bar, ristoranti e supermercati di ridurre i costi considerando che attualmente le società emettitrici di buoni pasto – che denunciano così di perdere una parte significativa delle loro entrate – applicano fino al 20% di commissione agli esercizi commerciali. Resta da capire se i mancati guadagni di queste società verranno scaricati sui lavoratori che usano i buoni.