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 2025  settembre 01 Lunedì calendario

Olimpiadi Milano-Cortina. Altro che “a costo zero”: 3 miliardi di incompiute

Incompiute per tre miliardi di euro. Su un investimento totale di 4 miliardi da parte del governo è questo l’ammontare incredibile delle opere che arriveranno in ritardo, ovvero quando il braciere dei Giochi invernali Milano Cortina 2026 sarà spento da anni. Con inguaribile ottimismo e una buona dose di faccia tosta, il ministro dello sport, Andrea Abodi, ha assicurato dal parco del Meeting di Rimini, un paio di giorni fa: “Manterremo gli impegni assunti, il masterplan si completerà con 95 opere e noi arriveremo in tempo”. Forse le strade e i viadotti, le ferrovie e i passaggi a livello saranno costruiti, ma c’è da chiedersi quando. Sicuramente non entro il 6 febbraio prossimo, nel momento in cui i Giochi saranno dichiarati aperti nello stadio di San Siro. In un caso si arriverà fino al 2033 con i cantieri ancora aperti, a dimostrazione di come sia terribilmente in ritardo la macchina infrastrutturale guidata da Simico.
Il quadro impietoso delle incompiute è fornito dalla stessa società pubblica sul portale aperto grazie alle richieste della rete Open Olympics 2026, composta da una ventina di associazioni ambientaliste, guidate da Libera, che hanno così attivato un osservatorio civico su sprechi e ritardi. L’aggiornamento da parte di Simico (Società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026) era rimasto fermo ad aprile, ma da pochi giorni è stato completato, fornendo la radiografia dello stato non solo dei lavori in corso, ma anche dei lavori virtuali. Si scopre così che il numero delle opere è salito a 98 (e non 95 come ha detto Abodi). Secondo Simico si tratta di 47 impianti sportivi e 51 infrastrutture di trasporto, per un totale di 3,4 miliardi di euro di spesa. In realtà il Documento di Finanza Pubblica 2025 depositato in primavera dal ministro dei Trasporti e Infrastrutture, Matteo Salvini, ha indicato un impegno economico complessivo maggiore di mezzo miliardo, che sfiora i 3,9 miliardi di euro.
Le opere vanno suddivise in due grandi gruppi. Il primo riguarda 43 strutture sportive: 33 sono legate direttamente agli eventi olimpici e 10 comunque collegate ad essi. Il secondo gruppo è composto da 55 infrastrutture: 34 stradali, 10 ferroviarie e 11 di altra natura. Considerando i costi formalizzati dal ministro Salvini, ma non ancora inseriti nella piattaforma di Simico, la spesa totale è di 3 miliardi 829 milioni di euro, di cui 863 milioni per 48 opere che saranno concluse prima delle Olimpiadi e 2 miliardi 966 milioni (77,5 per cento) per 50 incompiute, da realizzare o ultimare dopo i Giochi.
Sul fronte strettamente sportivo Simico non può permettersi ritardi, altrimenti le gare non si possono disputare. Su un totale di 792 milioni di spesa per interventi sportivi, solo il 59,6 per cento (472 milioni) riguarda le 31 opere indifferibili che saranno ultimate in tempo. Gli altri 320 milioni (40,4 per cento) riguardano 12 strutture sportive che slittano dopo Olimpiadi e Paralimpiadi. Le infrastrutture stradali e ferroviarie assorbono invece 3 miliardi e 36 milioni di euro. È qui che i ritardi assumono dimensioni gigantesche. Solo 17 opere (391 milioni, 12,9 per cento) saranno finite in tempo. Tempi biblici, invece, per altri 38 interventi il cui valore è di 2 miliardi 645 milioni di euro, pari all’87,1% dell’investimento totale.
Le 8 opere che saranno finite più in ritardo sono quelle di maggiore consistenza economica. La conclusione dei lavori è annunciata nel 2033 per la Variante di Vercurago (Lecco) da 310 milioni di euro. Nel 2032 vedrà il completamento il secondo lotto della Variante di Cortina (Belluno) da 587 milioni, che al momento non è ancora stato progettato. Nel 20230 il secondo lotto della Variante di Trescore Entratico (Bergamo) da 218 milioni di euro e la riqualificazione SS 336 Busto Arsizio-Gallarate-Cardano (Varese) da 56 milioni di euro. Tre anni dopo le Olimpiadi, nel 2029, dovrebbero vedere il fine-lavori la Variante di Longarone (Belluno) da 481 milioni di euro, una galleria artificiale al Passo del Tonale (Brescia) da 20 milioni e una galleria artificiale a Ponte di Legno (Brescia) da 76,5 milioni, oltre al primo lotto della Variante di Trescore Entratico da 53 milioni di euro. Se aggiungiamo a questo elenco anche il partenariato pubblico-privato per l’intermodalità a Cortina (compresa la cabinovia per Socrepes), che vale 140 milioni di euro, e il primo lotto della variante di Cortina da 70 milioni di euro, si arriva alla cifra totale di 2 miliardi di euro, solo per le incompiute più longeve.
Le opere più costose legate alle Olimpiadi sono quelle stradali e ferroviarie. La Variante di Cortina suddivisa in tre lotti (solo il primo da 21 milioni di euro è in costruzione) vale una spesa di 677 milioni, in parte nemmeno finanziati. La Variante di Longarone, con l’appalto non ancora bandito, costerà 481 milioni, la Variante di Vercurago 310 milioni, la Variante Trescore Entratico (in due lotti) 271 milioni. È previsto entro fine 2025, invece, il collegamento di Malpensa con la Rete ferroviaria nazionale da 257 milioni. La Circonvallazione di Perca, in provincia di Bolzano, costerà 163 milioni di euro.
Le due opere sportive più onerose, finite nel turbine dell’inchiesta sul “sistema Milano”, sono a carico di privati. Si tratta dell’Arena di Santa Giulia per l’hockey, il cui costo iniziale di 170 milioni è balzato oltre i 250 milioni di euro, e del Villaggio Olimpico che diventerà uno studentato a Porta Romana, la cui spesa prevista di 136 milioni ha registrato almeno 40 milioni di extracosti.