Avvenire, 31 agosto 2025
«In dieci anni 150mila morti negli attacchi dei jihadisti»
Secondo Il Centro di studi strategici sull’Africa, organismo di ricerca del Dipartimento della Difesa Usa, oltre 150.000 africani hanno perso la vita negli ultimi dieci anni a causa di violenze attribuite a gruppi islamisti. L’anno scorso è stato particolarmente mortale, con 22.307 morti, un tasso di letalità record e un aumento del 60% rispetto al 2020-2022.
La concentrazione geografica della violenza è impressionante: il Sahel (10.685 morti) e la Somalia (7.289 morti) da soli rappresentano quasi l’80% delle vittime. Insieme al bacino del Lago Ciad, questi tre focolai rappresentano il 99% dei decessi attribuiti ai militanti islamici nel biennio 2024-2025. Il Sahel è attualmente la regione più colpita. Tra il 2020 e il 2023, il numero medio annuo di decessi è stato di 4.900; questa cifra è raddoppiata negli ultimi tre anni, raggiungendo ora i 10.500. Dal 2019, il numero di decessi è aumentato di sette volte. I gruppi affiliati a Jama’at Nusrat al-Islam wal-Muslimeen (Jnim), la branca saheliana di al-Qaeda, sono responsabili dell’83% dei decessi. Con 6.000-7.000 combattenti, hanno esteso la loro influenza dal Mali e dal Burkina Faso alle zone di confine dei Paesi costieri. Lo Stato islamico nel Grande Sahara, con 2.000-3.000 miliziani, rimane un rivale, ma anche un alleato temporaneo, del Jnum. Il Burkina Faso è ora l’epicentro della crisi, con il 55% delle vittime del Sahel nel 20242025. Secondo il Centro studi, le forze burkinabé controllano ora solo il 40% del territorio.
Il Mali, nel frattempo, ha registrato 17.700 morti dal 2009, l’81% dei quali si è verificato dopo il colpo di stato militare del 2020. In Somalia, la minaccia è costituita da al-Shabaab, attivo dal 2006 e con 7.000-12.000 combattenti. Il gruppo genera fino a 200 milioni di dollari di entrate annuali, equivalenti ai bilanci di alcuni Stati federali somali. E i 6.224 decessi registrati nel 20242025 rappresentano il doppio del totale del 2022.
La cooperazione di al-Shabaab con gli Houthi in Yemen ha rafforzato le sue capacità tecnologiche, in particolare l’uso di droni e missili balistici. Il bacino del Lago Ciad ha registrato invece quasi 4.000 morti nel 2024-2025, con un aumento del 7%. Le fazioni di Boko Haram e dello Stato islamico dell’Africa Occidentale (Iswap) mantengono una preoccupante capacità operativa.
Mentre la Nigeria è responsabile del 74% dei decessi regionali, in particolare nello Stato di Borno. Boko Haram, stimato in un numero compreso tra 1.500 e 2.000 combattenti, e l’Iswap, con 4.000/7.000 uomini, sono impegnati in una competizione mortale per il controllo del territorio.