il Fatto Quotidiano, 31 agosto 2025
Bolsonaro, parte il processo più delicato di sempre
Si apre martedì prossimo, davanti alla Corte suprema brasiliana, il processo più delicato della storia recente del Paese sudamericano, quello a Jair Bolsonaro, presidente dal 2019 al 2022 e leader della destra, accusato di essere il principale regista della trama golpista che mirava a impedire l’insediamento del suo successore, Luiz Inácio Lula da Silva, vincitore delle elezioni dell’ottobre 2022.
Assieme a Bolsonaro compariranno altri sette imputati, indicati dalla Procura generale come il “nucleo 1”, ossia il vertice della presunta organizzazione criminale armata.
Secondo l’accusa, Bolsonaro non si sarebbe limitato a ispirare, ma avrebbe coordinato le azioni che portarono alla minaccia di rottura dell’ordine democratico, culminata l’8 gennaio 2023 con l’assalto alle sedi istituzionali di Brasilia da parte di migliaia di suoi sostenitori.
Per la Procura l’ex presidente è il “principale organizzatore, il maggior beneficiario e l’autore” del piano. Le imputazioni vanno dall’organizzazione criminale armata alla tentata abolizione violenta dello Stato democratico di diritto, fino al reato di colpo di Stato. Se condannato per tutti i capi d’accusa, rischia oltre 40 anni di carcere. Tra i coimputati figurano sette stretti collaboratori di Bolsonaro, tra ex ministri, militari e 007. Le udienze si terranno tra il 2 e il 12 settembre in cinque sessioni, davanti ai giudici della Corte suprema, Cristiano Zanin, Cármen Lúcia, Luiz Fux, Alexandre de Moraes e Flávio Dino e, in caso di condanna, oltre alle pene detentive, potranno scattare anche sanzioni civili e amministrative, come la perdita dei diritti politici. Il processo avrà un rilievo giuridico inedito: due dei reati contestati – l’abolizione violenta dello Stato democratico di diritto e il colpo di Stato – sono stati introdotti nel 2021, durante il governo Bolsonaro.