Corriere della Sera, 31 agosto 2025
Napoli, la «voce» dello stadio licenziata e poi riassunta. E Geolier fa un passo indietro
«Le cose finiscono, ma quel giorno non è oggi». Lo speaker del Napoli Decibel Bellini annuncia così nel pomeriggio di ieri sui social il suo ritorno allo stadio Maradona (in realtà non era mai mancato nelle 72 ore del suo licenziamento) decretando la parola fine a un «pasticciaccio» in cui poi tutti ne escono eroi: lui, Decibel, acclamato dai tifosi come il narratore unico della storia vincente del club, dei successi e dei due scudetti; eroe De Laurentiis che si «piega» alla sollevazione popolare (e mediatica) e clamorosamente torna sui suoi passi; eroe Geolier, sì proprio lui, che dalle spiagge bianche della costa della Tanzania dove si trova in vacanza firma e poi straccia un accordo con il Napoli in cui è stato designato erede dello speaker fatto fuori.
La vicenda, grottesca, assume addirittura contorni romantici, sotto l’effetto potente del tifo che con Decibel (forse anche per scaramanzia) ha stretto un patto di sangue. Pace sia, nella serata in cui la squadra torna al Maradona dopo 99 giorni dallo scudetto vinto contro il Cagliari. La voce dello speaker rimbomba nello stadio pieno, la direzione artistica di Geolier è salva. No, questo divorzio non s’ha da fare. Poco importa sapere perché lo speaker è stato licenziato, perché l’artista napoletano di caratura internazionale da tre milioni e mezzo di follower su Instagram, talentuoso e popolare – trionfò a Sanremo indossando la maglia del Napoli – decide poco dopo la mezzanotte di un giovedì non qualunque di irrompere sui social, prendere le distanze da De Laurentiis che ha salutato Decibel e accogliere lo stesso speaker nella sua casa («per lui le porte saranno sempre aperte»). Giornata non qualunque, appunto. Riavvolgere il nastro è necessario: al mattino il Napoli con un comunicato ufficializza le novità artistiche allo stadio Maradona, ringrazia Decibel per il lavoro svolto e affida alla società «Golden Boys» di Emanuele (Geolier) e suo fratello Gaetano Palumbo la gestione dell’intrattenimento pre-gara nello stadio di casa (dj set, palinsesto musicale) e dell’attività di speaker con Timo Suarez.
Il dissenso sui social ha un effetto dirompente, l’artista napoletano diventa bersaglio di messaggi di odio, prova a smarcarsi ma intuisce che l’onda d’urto è troppo forte anche per un personaggio così amato come lui. Si tira indietro. Bellini resta in silenzio per qualche ora, salvo affidare sempre ai social, un messaggio semplice: «Ho dato il massimo, non è stato abbastanza». Partecipa a un evento di un altro club campano, la Nocerina, e si propone come voce ufficiale. Scherza, provoca. Si appella proprio a una legge del calcio: non è finita finché non è finita. E aspetta. Del resto, sono più di due settimane che è sospeso, spera che il Napoli gli spieghi, lo incontri. L’allontanamento dal club avviene a metà agosto mentre la squadra è in ritiro a Castel di Sangro, ed è improvviso: lui ha presentato un evento in piazza per il club, il giorno successivo fa le valigie. Perché? In questi casi i motivi possono essere molteplici, non tutti nobili e legati a una sfera affettiva. Il business va oltre la passione, la poesia e l’entusiasmo. A volte è forte, crudo. Ma non quanto la forza mediatica del tifo che ha chiesto e ottenuto il reintegro dello speaker e l’esordio della società che fa capo a Geolier (Timo Suarez compreso). Tutti insieme, appassionatamente: Decibel e De Laurentiis si sono stretti la mano, Napoli ritrova la sua icona. Le cose non finiscono oggi. Geolier diventa il messaggero della pace: «I p’ me, tu p’ te», ciascuno per la sua strada, ma non è sempre così.