Corriere della Sera, 31 agosto 2025
Calderoli rilancia sull’Autonomia (ed evoca la Padania)
Nostalgia canaglia. Roberto Calderoli ieri era a Pian del Re, in provincia di Cuneo. Sul Monviso, alle sorgenti del Po, dove Umberto Bossi, dal 1996 al 2011, prelevò la «sacra acqua» che versava, tre giorni più tardi, nella laguna di Venezia nel rito fondante dell’identità padanista.
Ma ieri, al ministro alle Autonomie e agli Affari regionali, sul palchetto allestito di fianco al Po ancora ruscello, è certamente battuto il cuore: «La Padania è stato un sogno bellissimo. E un obiettivo che ha lasciato in dote la grande riforma dell’Autonomia che stiamo portando a casa adesso». Ma le opposizioni, soprattutto Italia viva, non l’hanno presa bene e hanno chiesto l’intervento di Giorgia Meloni e magari le dimissioni di Calderoli.
Soprattutto perché il ministro – alla festa leghista che peraltro sul Monviso si è svolta regolarmente tutti gli anni – ha annunciato che nei prossimi giorni ci sarà un vertice sull’Autonomia con la premier e i leader dei partiti: «Io sono ottimista e quindi spero che la cosa vada a buon fine». Ma ha avvertito: l’Autonomia «è nel programma di governo, il programma di governo si rispetta, però c’è anche sempre un però...». E dunque, «io comunque sono l’unico che è ancora in possesso dell’ampolla originale con cui nel ‘96 si prelevò l’acqua del Po, io so dove è la fonte, so il percorso del Po, quindi a buon intenditor poche parole...».
Più tardi, il ministro spiegherà di «aver portato a casa l’ok delle 4 Regioni a inizio agosto, poi quello dei non pochi ministri competenti, e ne ho parlato con la presidente Meloni. Ora è giusto che se ne parli con tutti i leader di partito».
Da Italia viva, Enrico Borghi dice di «attendere le parole di Giorgia Meloni. Sull’attacco a Macron, non ci sono state. Vedremo ora se arriveranno, almeno in difesa del Tricolore». Mentre Davide Faraone sottolinea che Calderoli «non è un militante nostalgico ma un ministro in carica del governo Meloni. E oggi, davanti a tutti, confessa: “Peccato non aver finito il lavoro”». Prima di rivolgersi a Meloni: «Può far finta di nulla quando un suo ministro rimpiange di non aver spaccato l’Italia?». Mentre il Patto per il Nord, il partito che si richiama alla Lega originaria, ironizza: «La loro priorità è il ponte sullo Stretto. Continuino a occuparsi del Sud che al Nord ci stiamo pensando noi».