Corriere della Sera, 31 agosto 2025
Chiocci, l’ipotesi dell’incarico con Meloni. Lui: mi ha chiamato, ma al Tg1 sto bene
«Non me ne vado, sto bene al Tg1». Smentisce Gian Marco Chiocci, direttore della principale testata Rai, le voci di un imminente passaggio alla direzione della comunicazione di Palazzo Chigi. Ma il tam tam mediatico non si arresta, e c’è chi lo dà in uscita entro il 15 settembre.
Tutto parte dalle indiscrezioni de Il Foglio, secondo cui la premier Giorgia Meloni, in vista della prossima battaglia delle Regionali, vorrebbe Chiocci al proprio fianco. Notizia che il giornalista si affretta a precisare in prima mattinata: «Di vero – chiarisce – c’è solo che nei giorni scorsi mi ha sondato informalmente per capire una mia eventuale, futura, disponibilità nella gestione della comunicazione, affiancando il collega Fabrizio Alfano che segue già tutta la comunicazione».
Dunque solo un pourparler? «Una chiacchierata come tante altre in questi mesi, a cui non è seguita assolutamente alcuna decisione da parte mia. È ovvio che, qualora dovessi prenderla in considerazione, ne informerei per tempo prima l’azienda, dimettendomi conseguentemente da direttore. Ma allo stato, ripeto, non c’è nulla».
Poi, a mezzogiorno, la convocazione della redazione a cui ribadisce: «Non me ne vado, sto bene al Tg1: gli ho dato l’anima. In questi due anni e mezzo ne ho ricevute molte di proposte...». Poi, forse prevedendo di non riuscire a bloccare la ridda di illazioni, aggiunge: «Da qui al voto ci saranno mille indiscrezioni, lo dico oggi per sempre: quando arriverà davvero una proposta che accetterò, avviserò subito voi e l’azienda».
In Rai gli interpellati di peso cadono dalla nuvole. Non che le intenzioni di Meloni su Chiocci fossero sconosciute, ma non da attuare così, nel breve. Qualcuno maliziosamente fa notare come la notizia sia uscita il giorno dopo la certificazione del sorpasso da parte del Tg5, quasi a distrarre l’attenzione dall’impasse. In questo modo attribuendo a Chiocci stesso la diffusione di un’indiscrezione che avrebbe finito per non controllare. Sul sorpasso Chiocci avrebbe rassicurato la redazione: «Un evento circoscritto, nella media siamo stabilmente avanti alla concorrenza». E avrebbe prodotto uno studio dell’Osservatorio di Pavia secondo cui il Tg1 sotto la propria direzione sarebbe «il più equilibrato», quello che «negli ultimi 15 anni ha dato più spazio alle opposizioni, anche più del governo».
Numeri che non convincono le opposizioni, ieri all’attacco: «Chiocci ha due strade: smentire categoricamente questa ipotesi oppure dimettersi subito» perché «nel servizio pubblico i dirigenti apicali non possono mettersi al servizio di una parte» dice Sandro Ruotolo, responsabile Informazione Pd. Mentre il consigliere Rai Roberto Natale (Avs) incalza: «Chiocci ha certificato nella maniera più incontestabile che la definizione di “Telemeloni” non è solo uno slogan polemico degli avversari politici». Gli ribatte la collega Federica Frangi (FdI): «Non ricordo Natale battersi con tanto ardore contro i rapporti patologici tra politica e informazione negli anni in cui la Rai era lottizzata dalla sinistra». A difendere Chiocci, scende in campo Antonio Marano (Lega), presidente Rai facente funzioni, citando i dati dell’osservatorio di Pavia che dimostrano un equilibrio «inequivocabile». Mentre la presidente designata Simona Agnes (FI) rimarca come il Tg1 attribuisca sempre «uno spazio significativo alle opposizioni». Intanto, mentre su Chiocci si accapigliano anche Gad Lerner e Francesco Storace, impazza il toto Tg1: in lizza Mario Sechi, già comunicatore a Palazzo Chigi per 3 mesi, e Nicola Rao, direttore di Rai Radio Uno.