il Fatto Quotidiano, 30 agosto 2025
De Luca contro Elly: “I cacicchi sono a Roma”
Per picchiare picchia, lo Sceriffo: “I veri cacicchi sono a Roma: in questi giorni è tutto cabaret, ma continuerò a dire ciò che penso e non temo di essere messo in ombra da nessuno”. Prova ancora a dettare condizioni: “Prima i programmi, poi le candidature. L’importante è non buttare a mare il lavoro immane fatto in questi anni e che non si blocchino i progetti”. E visto che c’è, l’ancora presidente della Campania morde anche il possibile candidato in Puglia del Pd, Antonio Decaro, reo di volersi ricandidare da eurodeputato, nonché di fare muro al suo vecchio amico Michele Emiliano e pure a Nichi Vendola: “C’è un ipotetico candidato che pone veti ad altri, siamo alla maleducazione: è sconvolgente, ridicolo”. Picchia, però non può più rompere, Vincenzo De Luca, a cui l’accordo dentro i dem – via libera alla candidatura del 5Stelle Roberto Fico in cambio dell’elezione a segretario regionale del Pd di De Luca junior, Piero – può andare bene. E forse anche meglio. Anche perché in testa ora De Luca padre ha due obiettivi, uno noto e l’altro meno. Ossia, fare una lista che dreni consensi nelle prossime Regionali, per pesare ai tavoli che verranno, e poi lanciarsi in una partita nazionale.
Fino all’indicibile: assaltare la segreteria nazionale, sloggiando l’arci-nemica Elly Schlein dal Nazareno “dei cacicchi”. Ma non è tempo di ammetterlo. Così nella consueta diretta su Facebook del venerdì, l’ancora presidente ostenta – o finge – di mordersi le labbra: “Risponderò nei prossimi giorni ad alcune posizioni di inciviltà politica”. A naso ce l’ha pure con l’europarlamentare Sandro Ruotolo, che ieri sul Fatto non ha usato metafore: “Il patto politico su De Luca junior è una ferita, ma l’era del padre ormai è finita e io resto un suo avversario”. Però l’accordo sul figlio va ancora blindato.
E allora tra una battuta contro la “politica politicante” e un’intemerata sul Teatro San Carlo, su cui lo scontro con il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, è ormai tracimato nelle carte bollate, il presidente regionale parla soprattutto di grandi opere, di ospedali in costruzione e miliardi da trovare o difendere. Certo, poi la voglia di rivalsa traspare quando parla del suo libro in uscita il 2 settembre, dal titolo che è già una promessa: La sfida. Un testo dove “si parlerà di terzo mandato, nuovi padroni, di Trump e della democrazia a rischio”, riassume De Luca senior. Lui il Pd che spesso copre di improperi se lo vorrebbe perfino prendere, magari facendo asse con un po’ di big – il già citato Emiliano – e giocando di sponda con quel Matteo Renzi tornato per ovvia convenienza nel centrosinistra. Senza dimenticare che, se ci fossero quelle primarie di coalizione per il candidato premier che i moderati del Pd tornano a invocare – contro Schlein, certo – lui proverebbe a incidere sulla partita: perché per l’ex sindaco di Salerno sarebbe comunque meglio un Giuseppe Conte – ipotesi di scuola – che la succitata Schlein. “Fantapolitica” ringhia un maggiorente dell’area Schlein. Ma lo Sceriffo non è uomo da porsi limiti.
Un tema con cui dovrà fare i conti anche Roberto Fico che la prossima settimana lancerà la sua candidatura con un evento a Napoli, assieme a Giuseppe Conte. Raccontano che l’ex presidente della Camera sia fermo sulla linea di contenere in una una sola lista i deluchiani invece che in due: posizione condivisa anche dal sindaco Manfredi, che lavora alla lista dei riformisti con dentro renziani, Più Europa e vari transfughi da Azione. Si vedrà nei prossimi giorni, nella Campania dello Sceriffo che tanto dice e altrettanto dirà: su chiunque.